Crisi di governo, economista Paolo Manasse a Free.it | “A rischio dossier fondamentali e fondi del Pnrr. Se di andrà a votare…”

Ancora non è chiaro cosa potrebbe succedere domani, dopo che il premier Mario Draghi andrà a parlare al parlamento. Sicuramente, però, da mercoledì, quando si è aperta la crisi di governo, c’è fibrillazione per le conseguenze che ci potrebbero essere. Cittadini, economisti, associazioni di categoria sono molto preoccupati per tutti i dossier che resterebbero in sospeso se davvero il governo cadesse. Ci sono in sospeso le riforme sul fisco, la questione pensioni, per non parlare dell’emergenza siccità e della questione energetica. Senza contare, poi, che potrebbe saltare anche metà del Pnrr. A Free.it Paolo Manasse, economista, ordinario di Economia politica all’Università di Bologna.

Associazioni, movimenti, coordinamenti cittadini. Tutti insieme in queste ore stanno chiedendo a Mario Draghi di ritirare le sue dimissioni. In questo momento delicato, tra crisi energetica, guerra, inflazione alle stelle una crisi di governo aprirebbe scenari preoccupanti. Appese al filo ci sono molte questioni importanti. E la ricaduta sugli italiani, in termini di aumenti e tasse sarebbe insostenibile. Quali sono, in particolare, i problemi che causerebbe la crisi di governo? Quali conseguenze per i cittadini? A Free.it Paolo Manasse, economista, ordinario di Economia politica all’Università di Bologna.

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Crisi di governo, l’economista Paolo Manasse a Free.it | “In sospeso dossier fondamentali. A rischio anche i fondi del Pnrr. Se di andrà a votare…”

Quali sono i dossier che rimarrebbe aperti se cadrà il governo?

“Ci sono una serie di problemi che resterebbero aperti e che invece richiederebbero una soluzione abbastanza veloce. Il primo problema, com’è noto, è quello dell’aumento dei costi dell’energia e l’aumento dell’inflazione. L’inflazione è affare della Banca centrale e non del governo. Però il governo ha messo in cantiere una serie di misure per cercare di ridurre i costi. Soprattutto per le imprese e le famiglie. E questa è una cosa che è importante non lasciare a metà.

Il secondo dossier ha a che fare con la possibilità di un aumento del debito. In un momento in cui l’inflazione ha ripreso a galoppare e tutte le banche centrali hanno aumentato i tassi d’interesse.  A questo aumento, che comunque sarà già gravoso per le finanze pubbliche, essendo il debito aumentato fino a oltre 150% del Pil, si sommerebbe un effetto negativo di spread. Quindi, oltre l’aumento generalizzato dei tassi, da noi il debito potrebbe aumentare ancora di più. Perché un eventuale caduta del governo Draghi potrebbe creare incertezza e far scappare gli investitori. Questo accrescerebbe di molto gli oneri sul nostro debito. Che non vorremmo che aumentasse ancora di più.

Il terzo dossier è quello del Pnrr. Dove i fondi non sono incondizionati, ma richiedono che il governo metta in atto una serie di riforme necessarie per poter ricevere i fondi. Molte di queste misure sono ancora sotto forma di decreto-legge e ce ne sono molte altre da fare, che l’Europa chiede come precondizione per ricevere i fondi. E certamente un governo instabile o un governo che non godesse della stessa autorevolezza di Draghi avrebbe molte più difficoltà a far passare queste riforme.

Crisi di governo, l’economista Paolo Manasse a Free.it | “In sospeso dossier fondamentali. A rischio anche i fondi del Pnrr. Se di andrà a votare…”

E quindi avrebbe difficoltà a convincere la Commissione europea che queste riforme sono davvero in cantiere. Ecco, questi tre dossier oggi resterebbero aperti. Per non parlare del ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina”.

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Crisi di governo, l’economista Paolo Manasse a Free.it | “In sospeso dossier fondamentali. A rischio anche i fondi del Pnrr. Se di andrà a votare…”

Sul tema approvvigionamento energetico, cosa succederebbe?

“Questo ancora non è chiaro. Bisognerebbe vedere il nuovo governo cosa potrebbe fare. Certo è che in questa situazione in cui il governo deve necessariamente mettere in atto una serie di azioni e accordi internazionali, una interruzione sarebbe controproducente. Si sta lavorando per i rifornimenti per l’autunno inverno e un rallentamento potrebbe creare problemi. Soprattutto se le forniture di gas russo venissero a mancare. E’ comunque una interruzione di un lavoro che il governo sta faticosamente compiendo”.

Se si aprirà la campagna elettorale e poi si voterà a ottobre, in questi mesi cosa succederà all’economia italiana?

“Non succederà niente. Nel senso che comunque la democrazia è parte dei sistemi politici occidentali. Quello che potrebbe accadere, nel caso il nuovo governo di centro destra molto diffidente e ostile nei confronti dell’Europa o dell’Euro. Se tornasse alla stagione dello scontro con l’Europa, questo metterebbe in forte dubbio i fondi europei. Ma ci si augura che anche i partiti di centro destra abbiano appreso la lezione. Poi si vedrà, dipenderà dall’esito delle elezioni e da quello che i nuovi governi vorranno fare. Soprattutto nei confronti dell’Europa”.

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