Regista accusato di violenza sessuale: adescava attrici con la scusa di provini | Episodi gravi per almeno 5 anni

Metteva in scena finti provini per adescare le aspiranti attrici e abusare di loro, così un regista è stato accusato di violenza sessuale ai danni di 5 giovani donne. Secondo l’accusa avrebbe approfittato della sua posizione per commettere gli stupri. Gli episodi incriminati sono andati avanti per 5 anni

È stata chiesta una condanna di dieci anni di reclusione per il regista romano Giuseppe Flamini, grave l’accusa di violenza sessuale ai danni dell’uomo di 5 aspiranti attrici.

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Regista accusato di violenze sessuali, adescava così le aspiranti attrici (rete)

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l’aggressore avrebbe agito per un lungo periodo di tempo, dal 2011 al 2017. Cinque anni in cui il regista avrebbe abusato delle giovani donne con la scusa di provare delle scene di stupri che sarebbero servite per un film.

L’uomo è stato incastrato dalla denuncia esposta ai carabinieri da alcuni stretti collaboratori.

Regista accusato di violenza sessuale | Adescava le attrici con la scusa di provare delle scene di stupro

Le violenze sessuali avvenivano nella sua “Accademia” sita in via Aurelia, a Roma. Il regista 73enne, dopo aver convocato le aspiranti attrici nel suo studio approfittava di loro affermando di voler simulare alcune scene di stupro previste nel film che avrebbe prodotto prossimamente.

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regista romano accusato di stupro, così adescava le attrici (Ansa)

Secondo la procura di Roma era tutta una farsa. Infatti, ieri il pubblico ministero Stefano Pizza ha chiesto per il regista romano, noto anche come “maestro Pino” una condanna a dieci anni di reclusione.

Le vittime coinvolte, straniere e minorenni, sarebbero cinque. Ieri durante la requisitoria, il pm Pizza ha dichiarato, come riporta il Messaggero:

“Per più anni ha abusato di donne maggiorenni e minorenni, in maniera spudorata. Inscenava questa farsa del film per violentare anche delle ragazze che non avevano mai avuto rapporti sessuali. Le faceva scendere in uno sgabuzzino, nel seminterrato del suo studio. Le invitava a provare sul materasso delle scene in cui dovevano fingere di essere narcotizzate e vittime di stupro. Ma erano delle vere e proprie scene di sesso. Alcune avevano avuto il coraggio di fermarlo, altre hanno invece dovuto subire le violenze. Ed erano tutte ragazze extracomunitarie e con vite difficili”.

Così avrebbe agito Giuseppe Flamini, che ad una povera vittima avrebbe anche riferito dopo lo stupro: “Sei bellissima, hai grandi potenzialità. Nel mondo del cinema funziona così”.

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