Guerra Russia Ucraina, prosegue l’assalto delle Forze Armate russe all’acciaieria Azovstal di Mariupol con i combattenti del Battaglione Azov ormai allo stremo delle forze. Dopo settimane di assedio i primi spiragli di tregua: nel sito dell’impianto siderurgico in corso negoziati tra l’Esercito di Mosca e la parte ucraina.
Da settimane il fulcro del conflitto tra Russia e Ucraina è a 30 metri sotto terra. Chi è a conoscenza dei fatti definisce Mariupol come “l’inferno sceso in terra”. Con i combattenti del Battaglione Azov, asserragliati da tempo nei cunicoli dell’acciaieria Azovstal, rimasti l’ultimo baluardo di resistenza a difesa della cittadina portuale ucraina.
Sono stati altri due giorni durissimi per i militari di Kiev, proprio ieri il portavoce del Sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko ha confermato l’utilizzo (per la prima volta a Mariupol) da parte delle Forze Armate di Mosca di bombe incendiarie o al fosforo bianco contro i difensori dell’impianto siderurgico. Il fosforo bianco è una sostanza non classificata come arma chimica e può essere usata legalmente in guerra, ma solo per determinate finalità . Stando alle convenzioni, le bombe incendiarie al fosforo sono utilizzabili solamente per illuminare una zona, creare diversivi, coprire una ritirata o rallentare l’avanzata del nemico. Di contro l’utilizzo nei confronti di civili è vietato dalla Convenzione di Ginevra, ed è considerato crimine di guerra poiché il fosforo è una sostanza altamente tossica per l’uomo e, a temperatura ambiente, a contatto con l’ossigeno si incendia.
Le probabilità di uscire vivi dall’impianto siderurgico per i combattenti del Battaglione Azov negli ultimi giorni si sono ridotte drasticamente. E nonostante le recenti dichiarazioni del Presidente Zelenski secondo cui “l’operazione militare russa in Ucraina” sarebbe “già fallita”, per i difensori di Mariupol l’unica possibilità di sopravvivenza sembra quella di accettare di negoziare con l’Esercito di Mosca.
E stando a quanto riferito da comandante della Brigata Vostok della Repubblica popolare di Donetsk Alexander Khodakovsky, citato da Ria Novosti, sarebbero in corso proprio in queste ore negoziati tra i militari di Mosca e la controparte ucraina. “Assistiamo a una intensa fase di trattative”, ha annunciato Khodakovsky. “Un gruppo di soldati ucraini è uscito in superficie in rappresentanza di coloro che continuano a rimanere nell’Azovstal – ha aggiunto – molti dei nostri militari, ufficiali, insieme al gruppo che ne è uscito del tunnel con bandiere bianche, sono tornati nei cunicoli per condurre il processo di negoziazione. Al momento non conosciamo i risultati dei colloqui“, ha precisato Khodakovsky.
Stando a quanto riferito dal comandante della Brigata Vostok della DPR sarebbero nove i soldati ucraini usciti da uno dei tunnel che conducono nei sotterranei dell’impianto siderurgico. “Dopo aver bloccato uscite fondamentali per il nemico, i militari di Kiev si sono trovati in una situazione disperata”, ha concluso Khodakovsky.
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