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Tasse, scoperta da non credere: Italia paradiso fiscale per 16mila lavoratori | Ecco il motivo

Published by
Maria Teresa Bianco

Stando alle dichiarazioni dei redditi fatte lo scorso anno da oltre 16mila contribuenti l’Italia risulterebbe un paradiso fiscale per le tasse. Migliaia sono stati i lavoratori che hanno spostato la residenza fiscale nel Bel Paese solo nel 2021. Ecco i motivi

In Italia le dichiarazioni dei redditi di questo anno rispetto a quelle del 2020 sarebbero in crescita di circa un terzo. Se poi si allarga la ricerca agli ultimi quattro anni d’imposta (2017-2020), la crescita è pari al 92,4%.

Tasse, l’Italia è considerata come un paradiso fiscale per 16mila contribuenti (Pixabay)

Sulla base di questi dati l’Italia risulterebbe il Paese europeo più attrattivo. Ovviamente non per tutti i contribuenti sarà così. Il vantaggio esiste solo per chi decide di rientrare in patria dall’estero. Per questi lavoratori, infatti, il Fisco tassa solo il 30% del reddito. Vantaggio che aumenta di molto se l’idea è quella di vivere in una regione del Sud, in tal caso l’imponibilità è del 10%

Tasse, l’Italia è un paradiso fiscale per 16mila lavoratori | Gli obiettivi del Fisco

I regimi fiscali agevolati da parte del Fisco riguardano solo i lavoratori che vogliono rientrare in Italia dall’estero. L’obiettivo è agevolare il rientro dei cosiddetti cervelli in fuga, ovvero i lavoratori qualificati (ma non solo). Le agevolazioni per questi contribuenti sono diverse.

Tasse, l’Italia è un paradiso fiscale per oltre 16mila contribuenti, i motivi (Pixabay)

Oltre all’obiettivo di riportare nel Paese i lavoratori qualificati, l’Italia spinge affinché anche i paperoni con la loro enorme capacità di spendere ritornino nel Bel Paese.
Per i cervelli in fuga (docenti e ricercatori) che vorrebbero rientrare in patria, c’è il cosiddetto “capitale umano”, ovvero la norma specifica che sostiene lo sviluppo economico, scientifico e culturale del Paese attraverso professionisti qualificati.

Per questi contribuenti l’esenzione del 90% del reddito di lavoro autonomo o dipendente prodotto in Italia è per 4 anni.

Mentre poi c’è il regime agevolato per tutti i “lavoratori impatriati”, ovvero i lavoratori dipendenti e autonomi che trasferiscono la residenza in Italia. Per loro, l’agevolazione fiscale prevede che per 5 anni il reddito sia tassato al 30% dell’ammontare complessivo del reddito dichiarato oppure al 10%, se la residenza risulta essere in una regione del Sud, quale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.

I lavoratori “impatriati” sono per la maggior parte manager che rientrano in Italia a seguito di un’offerta di un’azienda italiana. Nel 2020 sono aumentati di 4mila rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 15 mila.

Il regime fiscale agevolato per i “paperoni” e i pensionati esteri al Sud

Mentre la cosiddetta “flat tax dei paperoni” prevede un regime agevolato, limitando a 100 mila euro all’anno le tasse per i redditi prodotti all’estero. Questo regime di assoluto favore ha una durata di 15 anni e l’unico requisito richiesto è quello di risultare residenti all’estero nei 9 anni precedenti il trasferimento della residenza in Italia.

È palese capire che la norma è decisamente conveniente per i contribuenti stranieri poiché possono mantenere all’estero patrimoni, aziende e attività finanziarie. Infine, agevolazioni sulle tasse anche per i pensionati esteri che hanno intenzione di trasferirsi al Sud Italia.

Per attrarre i pensionati italiani e stranieri che non risiedono in Italia, il Fisco ha elargito da molto tempo diverse agevolazioni fiscali sul reddito.

Infatti è dal 2019 che l’Italia riconosce una tassazione del 7% per 5 anni per coloro i quali si trasferiscono nei comuni meridionali con almeno 20 abitanti per almeno 183 giorni l’anno.

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