Da contribuenti a evasori fiscali | Così il Fisco “spia” i conti correnti degli italiani

A seguito dell’aumento degli evasori fiscali negli ultimi anni, il Fisco “spia” con ogni mezzo a sua disposizione i conti correnti degli italiani per stanare gli evasori. Ma nella rete dei controlli, spesso, cascano anche i contribuenti che nulla hanno a che vedere con l’evasione. Ecco come evitare le segnalazioni all’Agenzia delle Entrate

I controlli sempre più ferrati del Fisco per stanare i furbetti dell’evasione finanziaria spaventano anche i normali contribuenti italiani. Basta avere un’entrata “anomala” sul conto corrente che il campanello d’allarme per l’Amministrazione finanziaria si accende segnalando qualcosa di strano all’Agenzia delle Entrate.

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Da contribuenti a evasori, ecco come il Fisco “spia” i conti correnti (Pixabay)

Ma perché il Fisco spia i conti correnti? Il motivo risiede nella ricerca di coerenza tra il reddito dichiarato nell’anno di imposta e il risparmio accumulato nello stesso anno. Se, per esempio, su un conto di 40.000 euro l’aumento della giacenza supera il reddito complessivo, quindi oltre il dichiarato, il Fisco potrebbe richiedere accertamenti in merito.

Lo stesso Fisco potrebbe considerare “anomale” anche situazioni apparentemente normali come una donazione importante fatta da parte di un familiare. Anche in questo caso l’aumento del reddito potrebbe destare sospetti.

Quindi, una donazione di importo elevato e senza una giustificazione valida potrebbe aprire la strada ad un controllo da parte del Fisco.

Perché il Fisco “spia” i conti correnti dei contribuenti

Il Fisco potrebbe attivare i suoi controlli non solo per donazioni ingenti ma anche per  bonifici ricorrenti nei confronti della stessa persona. Altra situazione per il quale il Fisco potrebbe spiare i conti correnti dei contribuenti possono derivare a seguito del pagamento di una locazione senza contratto.

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Perché il Fisco spia i conti correnti dei contribuenti (Pixabay)

Il Fisco considera queste situazioni descritte come evasione fiscale. Per evitare di diventare evasori, bisognerà prestare attenzione ad alcuni passaggi fondamentali. Per esempio, quando si ricevono in prestito dei soldi da un parente e poi si ha intenzione di restituirli un po’ alla volta, l‘attenzione andrà riposta nella causale del bonifico. In quello ricevuto dovrà essere riportato, “prestito”, mentre nel bonifico di restituzione “rimborso prestito”.

Quando si pensa ai controlli fiscali, la mente corre agli imprenditori o ai lavoratori autonomi con partita IVA. Ma non è così, perché negli accertamenti i privati cittadini non sono esonerati. Quando il Fisco intercetta conti correnti con somme al di sopra delle possibilità economiche, il rischio di approfondire l’anomalia avviando i controlli è certo.

Da contribuenti a evasori | Quando la banca segnala versamenti sospetti all’Agenzia delle Entrate

Ogni contribuente è libero di depositare sul proprio conto corrente la cifra che desidera. Ma quando si percepisce uno stipendio, per esempio, di circa 1.000 euro e in banca si fa un versamento in contanti di oltre 4.000 euro la cosa potrebbe apparire sospetta.

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In questi casi, l’istituto bancario potrebbe segnalare l’ingente versamento all’Agenzia delle Entrate. La conseguenza di un’azione del genere sarebbe per il contribuente difficile da dimostrare, poi, all’Agenzia.

Attenzione, anche al tenore di vita che si ha. Una vita lussuosa rispetto alle entrate dichiarate potrebbe non essere vista di buon occhio dal Fisco.

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