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Profughi Ucraina, la denuncia di chi scappa: “Noi vittime del business dei caronti” | Ecco di cosa si tratta

Published by
Ludovica Allegri

Gli orrori della guerra non sono fatti solo di distruzione e bombe, ma anche delle atrocità che vengono compiute sui civili che scappano verso la libertà. Chi sono i “caronti”, uomini senza scrupoli che per denaro, sfruttano la paura degli ucraini. 

Bombe, distruzione, atrocità, la guerra non risparmia nessuna di queste cose, ma va anche oltre. Sulla pelle di chi scappa oltre che traffico di esseri umani e stupri, ora ci sono anche i “caronti“.

Profughi Ucraina, la denuncia di chi scappa: “Noi vittime del business dei caronti”

La marea di donne e bambini in fuga dall’Ucraina terrorizzati da bombe e distruzione, rappresentano una ferita aperta nel cuore dell’Europa, impotente da una parte di poter fermare questa guerra, e in crisi dall’altra per trovare una sistemazione per questi profughi. Ma c’è anche, e le guerre passate ce lo hanno insegnato, chi da questa tragedia umana lucra e guadagna.

Particolare attenzione, ma anche alcuni allarmi sono stati lanciati per il rischio molto alto di traffico di esseri umani. Ma purtroppo non solo. Sono migliaia anche gli orfani che si mettono in marcia cercando di fuggire, vittime ideali di uomini senza scrupoli. Si è scoperto oggi che oltre a queste atrocità, si è creato anche un altro tipo di traffico.

Profughi Ucraina, la denuncia di chi scappa: “Noi vittime del business dei caronti”: cosa succede

L’agenzia AGI, ha raccolto molte testimonianze tra i profughi, che denunciano altissime richieste di denaro per portare in salvo donne, bambini e neonati fuori dall’Ucraina.

Profughi Ucraina, la denuncia di chi scappa: “Noi vittime del business dei caronti”

Gli ucraini che organizzano i viaggi della salvezza sono gli stessi che, in tempo di pace, portavano merci e  persone in Italia o negli altri Paesi dove lavorano i miei connazionali. Solo che ora vogliono il doppio dei soldi con la scusa che quel denaro serve a finanziare l’esercito in guerra”. Questa la testimonianza di Olga una donna di 45 anni, da poco arrivata nel piccolo hub allestito dal Comune e della Protezione Civile alla stazione Centrale di Milano dopo essere fuggita da Cernăuți, importante centro culturale ucraino a una ventina di chilometri dal confine con la Romania.

Questa, come molte altre testimonianze, hanno portato alla luce un business dei profughi, che, più passano i giorni e il conflitto si inasprisce, più non hanno remore a tirare fuori  i loro risparmi pur di lasciare il Paese. Secondo il racconto di un’altra donna, esisterebbero degli intermediari che si mettono a disposizione per i viaggi a pagamento. “Spesso sono bielorussi, ti chiedono di versargli i soldi sulla carta di credito, 100 o 200 euro, per farsi venire a prendere. Ci sono tanti gruppi su Telegram dove è possibile incontrare queste persone”.

Profughi Ucraina, la denuncia di chi scappa: le chat di Telegram per i passaggi a pagamento

È soprattutto su Telegram che vengono organizzate le trattative. In una chat si legge: “Dovete pagare 2mila euro, il cinquanta per cento subito, l’altro cinquanta dopo. Appena troviamo un aiuto per voi vi chiamiamo”. Man mano che passano i giorni, la richiesta di denaro aumenta. Da una testimonianza, all’inizio della guerra bastavano mille grivnia (moneta ucraina) ora ne vengono richieste almeno cinquemila.

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Fabio Prevedello, il presidente dell’ Associazione Europea Ucraina-Italia Maidan, racconta che oltre a tanti volontari che cercano di aiutare le persone in difficoltà: “È pieno di sciacalli che chiedono cifre assurde. Una signora mi ha riferito che persone senza alcun ruolo in dogana hanno chiesto per un passaggio 500 euro per lei, 100 per il figlio di 12 anni e 100 perfino per l’altro figlio neonato. So che la polizia polacca sta indagando su questo“.

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