È stato risolto il mistero del ritrovamento di feti e resti umani in 21 fusti accatastati in un capannone a Granarolo lo scorso febbraio. Scoperta la provenienza dei barili dalla squadra mobile di Bologna
Un giallo che ora sembra essere risolto quello dei feti e dei resti umani ritrovati in alcuni barili gialli di un capannone di Granarolo il 19 febbraio scorso. La provenienza del materiale organico è attribuita al Policlinico Sant’Orsola e precisamente dall’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università degli studi di Bologna.
La notizia è data dalla squadra mobile di Bologna, dopo le dovute indagini sul ritrovamento dei 21 fusti.
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La procura ha disposto il dissequestro e la restituzione del materiale all’Università di Bologna a seguito delle indagini.
La Polizia informa che nei barili contenenti i feti umani, si trovavano parti anatomiche conservate in contenitori di vetro sotto formalina o alcool, ovvero rifiuti sanitari
speciali.
All’inizio del 2000, il materiale era stato spostato dal Museo “Cesare Taruffi” facente parte dell’Ospedale Sant’ Orsola di Bologna e di proprietà dell’Università degli Studi di Bologna. Il trasferimento avvenne in seguito all’inizio dei lavori di ristrutturazione del complesso universitario.
Il Rettore dell’Università degli studi di Bologna ha richiesto la restituzione dei resti umani. L’obiettivo è quello di concludere le procedure per il corretto smaltimento dei rifiuti.
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