Mummificata in casa per 4 mesi, parla il compagno: “Non volevo separarmi da lei”

Donna tenuta mummificata in casa per 4 mesi, parla il compagno 64enne: “L’ho fasciata con cura sul divano. Non volevo separarmi da lei”.

mummificata in casa
Mummificata in casa per 4 mesi, parla il compagno: “Non volevo separarmi da lei”

L’ha tenuta in casa, morta, sul divano per quattro mesi. Denise Lussagnet, novantenne professoressa di francese, è deceduta lo scorso ottobre. Antonio, il compagno, è ora indagato per occultamento di cadavere. E chissà per quanto tempo ancora sarebbe rimasto nel bilocale in cui viveva la coppia, se un maresciallo non avesse bussato alla porta per notificare un atto alla donna.

L’ho sistemata come una mummia, tutta fasciata con cura. L’ho fatto per amore, sia chiaro. Mi ripetevo che la tenevo ancora un po’ con me prima che finisse sottoterra. Lo so che la legge non lo consente ma non mi volevo staccare da lei, adesso è al Verano. Non era meglio se rimaneva qui?, dichiara Antonio in un’intervista rilasciata ai microfoni de la Repubblica.

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Donna mummificata in casa, il compagno: “Abbiamo unito le nostre solitudini”

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Donna mummificata in casa, il compagno: “Abbiamo unito le nostre solitudini”

Secondo i Carabinieri non esistono motivazioni economiche che spieghino la decisione di Antonio, dalla pensione della donna ha prelevato solamente piccole somme, lo stretto necessario per la spesa di tutti i giorni. L’autopsia non ha evidenziato segni di violenza ma le indagini proseguono. Denise è morta il 7 ottobre 2021, un dolore troppo grande da sopportare per un uomo che ripercorre quotidianamente le tappe della loro relazione: Abbiamo unito le nostre solitudini nel 2007 e dopo 15 anni non volevo separarmi da lei. Andavamo ai concerti e alle mostre. Tengo tutti i nostri ricordi, ammette sconfortato.

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“Da un anno e mezzo aveva l’Alzheimer – prosegue Antonio – non riconosceva, non capiva. Torno nei posti in cui sono stato con lei. Poi rientro a casa e sono solo. Prima arrivavo e la trovavo lì sul divano. Adesso non c’è più. Era un conforto averla con me, conclude.

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