Mascherine al chiuso, Massimo Galli sicuro: “Si utilizzeranno individualmente e solo nelle circostanze che si ritengono rischiose”. L’intervista rilasciata dall’infettivologo a iNews24.
Da oggi, 11 febbraio, entra in vigore la nuova ordinanza firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza: non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto. Altre due date vanno ricordate, il 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza, e il 15 giugno, quando invece terminerà l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. E il 31 marzo potrebbe essere il giorno in cui decadrà anche l’obbligo di mascherina al chiuso.
“Sulle mascherine dovrebbe avvenire una vera e propria rivoluzione culturale. Passando dal considerarla come una specie di feticcio, quasi un segnale politico per voltare pagina, a uno strumento di protezione che va usato con la testa, da utilizzare individualmente in tutte le circostanze che si ritengano rischiose“, ha spiegato Massimo Galli in un’intervista rilasciata a iNews24.
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Una riapertura graduale, un traguardo possibile se si confermerà il calo dei contagi e dei ricoveri, ma Massimo Galli, già direttore del reparto Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano invita alla prudenza: “Le circostanze di rischio si ridurranno sempre di più, a meno che non arrivi un’altra variante. In un anno ne abbiamo avute tre, una più diffusiva dell’altra. Il rubinetto del virus non è completamente chiuso, considerando che ci sono molti Paesi del mondo che hanno una bassa percentuale di vaccinati”, precisa l’infettivologo.
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Potrebbe arrivare una nuova variante del Covid, ipotesi da non sottovalutare per farsi trovare pronti e scongiurare nuove restrizioni: “In linea teorica c’è da sperare che gradualmente le varianti successive possano essere meno patogene delle precedenti – spiega Galli – ma non è detto che vada così. Tra i numerosi patogeni che abbiamo, ci sono quelli che nel tempo hanno mantenuto la loro virulenza e quelli che hanno assunto caratteristiche meno patogene. Parenti abbastanza prossimi di questo virus, nell’uomo hanno sviluppato un impatto patogeno meno pericoloso, diventando quasi un raffreddore. Questo di solito è accaduto in tempi non brevi e non è un tracciato obbligatorio”, conclude.
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