Eutanasia, Papa Francesco disapprova: “Non c’è un diritto alla morte”

Papa Francesco promuove le cure palliative ma sull’eutanasia avverte: “Non c’è un diritto alla morte, dobbiamo stare attenti a non confondere questo aiuto con richieste che portano al suicidio”.

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Papa Francesco sull’eutanasia(Getty Images)

Si è espresso in modo chiaro e conciso Papa Francesco nel corso dell’ultima udienza generale sulla questione più delicata di tutte, la morte, la sofferenza e l’accanimento terapeutico – “Accompagnare alla morte una persona in fin di vita va bene, ma non provocarne il decesso o spingere a qualsiasi forma di suicidio” –  le parole riferite da Bergoglio.

Il Papa avverte che il diritto alla cura per tutti va sempre privilegiato affinché le persone più fragili, in modo particolare gli anziani e i malati, non siano mai lasciati fuori. Le parole del Pontefice vanno diritte al punto: “La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”. 

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Papa Francesco promuove le cure palliative ma boccia l’accanimento terapeutico e l’eutanasia: “E’ immorale”

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Papa Francesco sull’eutanasia, Non c’è un diritto alla morte – (Pixabay)

Nell’udienza generale l’argomento “morte” ha suscitato un po’ di scalpore per le parole che Papa Bergoglio ha riservato sulla questione. Sì alle cure palliative ma attenzione a non accanirsi troppo quando non c’è più nulla da fare.

Il pontefice, come riportato dall’Ansa, ha evidenziato come siano due le considerazioni rimaste in vita per i cristiani:

“Non possiamo evitare la morte, e proprio per questo, dopo aver fatto tutto il possibile sia umanamente che scientificamente per curare la persona malata, risulta immorale l’accanimento terapeutico.

Infine, l’ultima considerazione ha al centro la qualità della morte stessa, del dolore e della sofferenza. Dobbiamo essere grati per tutto l’aiuto che la medicina si sta impegnando di dare, affinché attraverso le cure palliative, ogni persona che si appresta a vivere l’ultimo tratto di strada della propria vita, possa farlo nella maniera più umana possibile”.

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