Cristiano Ronaldo protagonista contro il Burnley: il gesto in panchina spiazza i tifosi

Cristiano Ronaldo protagonista nel pareggio esterno del Manchester United contro il Burnley: il campione fa la differenza anche in panchina.

Cristiano Ronaldo e la sua scorta (Getty Images)
Cristiano Ronaldo in panchina (Getty Images)

Cristiano Ronaldo si prende scena e applausi contro il Burnley: il pareggio esterno del Manchester United lascia l’amaro in bocca ai Red Devils, ma consegna alla storia del calcio un altro siparietto divertente da lasciare negli annali. Ronaldo esce di scena, nel corso della gara, per lasciare il posto al collega Cavani.

È il 68′ minuto e la squadra di Rangnick cerca una scossa. Ronaldo, che avrebbe voluto contribuire, stavolta accetta la decisione di buon grado (niente scenate in panchina) si mette seduto e aspetta, da comunicatore consumato, che la telecamera indugi su di lui. Una volta capito il momento propizio si lascia andare. Gesti inequivocabili mentre cerca di rimettersi a posto. Si toglie i parastinchi e li bacia: sopra c’è la sua faccia accanto al simbolo del Portogallo. Segno inequivocabile per chi vuol capire: “Io ci sono, sono ancora qui”.

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Cristiano Ronaldo, show in panchina contro il Burnley: cosa ha fatto il campione

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo reagisce al cambio (Getty Images)

Gli atteggiamenti valgono più di mille parole: Cristiano Ronaldo non ci sta a fare da “comparsa”. Vuole lasciare un segno forte, distintivo, chiaro. Anche stavolta. Nelle sostituzioni non può mettere bocca, ma certamente può reagire in maniera diversa rispetto al passato. Incanalare la frustrazione in altre vie. Qualsiasi cosa fa è un caso, un evento, qualcosa di cui parlare.

 

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Proprio come a Euro 2020, quando spostò le bottigliette di Coca Cola in conferenza stampa: “Bevete acqua”, disse. Quel tormentone divenne motivo di emulazione e critica, con tanto di diatriba fra lui e l’azienda. Ormai Cristiano Ronaldo è un brand: persino metterlo in panchina comporta dei rischi. Non solo perchè non gioca, ma anche poiché da fermo chissà cosa potrebbe inventarsi. Ormai è un “manager con gli scarpini” o, forse, non ha mai smesso di esserlo.

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