Eriksen, racconto commovente: “Vi dico cosa ho pensato dopo l’arresto cardiaco”

Eriksen torna a giocare: il Brentford è la sua nuova vita da professionista dopo l’arresto cardiaco: la confessione dell’ex Inter.

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Christian Eriksen, ora è ufficiale: gioca e torna in Premier League (Getty Images)

Christian Eriksen, dove eravamo rimasti. L’ex Inter torna a giocare e prova a gettarsi alle spalle il vissuto non troppo clemente di questi mesi: la mente all’estate, Euro 2020 che lo lancia nell’Olimpo per poi spedirlo all’inferno. Era il migliore di quella Danimarca, fino all’arresto cardiaco: il reset, le luci della sua vita che per un attimo – interminabile – si spengono con il mondo che guarda.

La barriera dei giocatori – compagni di viaggio, quasi fratelli – che fa scudo a quel corpo inerme in cerca di una seconda chance. Arriva oggi, quando è possibile dire “pericolo scampato” e tutti – lui compreso – sanno che sarebbe potuta andare peggio. Certi campioni, però, sono come i gatti: di vite ne hanno sette, ora è il momento di viverne un’altra.

Eriksen, l’altra faccia del campione: “Cosa ho pensato dopo l’arresto cardiaco”

Christian Eriksen
L’ex Inter di nuovo in campo (Getty Images)

Il ritorno alla normalità – per uno vissuto a pane e pallone – si chiama Brentford: l’Italia ormai solo da turista e da tifoso dell’Inter (che rimarrà sempre nonostante non possa più giocare in Serie A per le regole vigenti), il resto lontano. In Premier League dove si prenderà tutto senza sconti perchè ha capito che la vita è una – ed una sola – in attesa di tornare a commuoversi. Intanto piangono di gioia i tifosi a sentire le sue parole sui social del club inglese.

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“È stato difficile – spiega – complicato capire che sono stato salvato per questione di attimi. Poi la differenza l’hanno fatta i piani dei medici con cui ho iniziato a programmare la ripresa. Facevo mille domande, questa è un’esperienza che non dimenticherò mai. Pensavo solo a tornare a giocare“, ammette il campione. Ora è il momento: riprendere quei gesti scontati – come allacciarsi uno scarpino e sistemarsi i parastinchi – che per alcuni sono tutto in attesa di alzare, ancora una volta, le braccia al cielo in segno di felicità.

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