Dopo la rielezione di Sergio Mattarella, spuntano i retroscena sulla candidatura della Belloni. Cos’è successo in quelle ore concitate? Perché sul suo nome c’è stato un dietrofront?
Sappiamo tutti com’è andata. Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica. Ma c’è un giallo che resta nell’aria in queste ore. Quello della candidatura di Elisabetta Belloni. Il capo dei servizi segreti italiani era effettivamente la candidata di Pd, Movimenti 5 Stelle e Lega. Era il suo nome quello su cui i leader dei tre partiti, in uno degli ultimi tesissimi vertici, si erano accordati. Cos’è successo poi?
Ci è andata vicinissimo ad essere la prima donna Presidente della Repubblica in Italia Elisabetta Belloni. Ma qualcosa, nel difettoso iter partitico, è andato storto. La ricostruzione esatta di quelle ore concitate forse non la sapremo mai e forse la conoscerà mai nemmeno la stessa Belloni. Quel che è certo è che in pochi minuti il suo nome è stato dato in pasto alla stampa e maciullato da altri esponenti politici. Prima da Matteo Renzi, poi anche da Italia Viva e Forza Italia. E a quel punto il Pd accusa Conte e Salvini di aver giocato sporco.
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Di aver, insomma, voluto bruciare la candidatura di Elisabetta Belloni pur di intestarsi il merito della scelta. Almeno questa è stata l’accusa del Pd nei confronti degli alleati. Sms contradditori, raffica di conferme e smentite. Ma il punto è che per qualche giochetto politico la possibilità di una donna al Colle è sfumata in pochi minuti.
Contro di lei, nessun veto legato a questioni personali. Molto apprezzata da tutti, contro la Belloni c’era solo la sua posizione. Prima Segretario generale della Farnesina e ora capo del DiS, il dipartimento che coordina i servizi di intelligence. Una sgrammaticatura, come è stata definita, poco consona e complessa.
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