Strage di Licata, il racconto della moglie di Angelo Tardino: il raptus omicida dopo mesi di litigi tra il marito e suo fratello. Le parole della donna: “Mio marito mi ha detto: i bimbi non c’entravano ma ho sterminato tutti”.
Un lunedì che ha cambiato la sua vita, un racconto da brividi. “Dopo tutto quell’orrore, mi ha telefonato. ‘Li ho uccisi‘, ha detto in lacrime, ‘pure i bambini. Ma loro che c’entravano? Ti prego perdonami, la mia vita è finita’”. A parlare è Mariella Cammilleri, la moglie di Angelo Tardino, l’uomo che lunedì mattina a Licata ha ucciso il fratello, la cognata e i loro due figli. Attimi di terrore, ha cercato di mantenere la calma e gestire la situazione: “In quel momento, al telefono, ha avuto un momento di lucidità dopo la follia. Gli ho detto: “Torna a casa, posa le pistole, io ti perdono”. Era un modo per prendere tempo e intanto avvertire le Forze dell’Ordine. Ma ha chiuso la conversazione”, ha spiegato la donna in un’intervista rilasciata a la Repubblica.
Ha chiamato i Carabinieri, poi si è precipitata in caserma. Stavano cercando di convincere Angelo Tardino a consegnarsi, a non aggravare la sua posizione: “Sentivo tutto in viva voce, era disperato. Una conversazione interminabile. Mio marito era deciso, diceva che voleva farla finita. E intanto andava in giro per Licata con quelle armi. A un certo punto ha chiuso“, spiega la donna.
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Una tragedia inimmaginabile, la strage nell’appartamento del fratello e poi il suicidio proprio quando i Carabinieri erano riusciti a rintracciarlo. Angelo Tardino litigava quotidianamente con il fratello ma nulla poteva far presagire ciò che poi è accaduto. “Angelo era tranquillo, se avessi notato qualcosa di diverso, di preoccupante, sarei corsa dai Carabinieri per fargli togliere le due pistole che aveva in casa, le utilizzava per sport”, ammette Mariella Cammilleri.
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Tanti piccoli rancori, questioni irrisolte legate a divisioni ereditarie: appartamenti, terreni, un pozzo. Piano piano le discussioni si sono fatte più animate e i dissapori sono sfociati nell’odio. “Lui aveva invidia verso Diego, da sempre. C’erano delle cose vecchie che non aveva mai dimenticato. Ora, ho paura per quello che potrebbe accadere. Ho paura per i miei figli. Siamo andati via dalla palazzina dei Tardino, dove abita mio suocero. Siamo andati lontano. E ogni tanto i Carabinieri passano a controllare”, conclude.
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