Bambini di 8 anni lasciano la classe: protesta contro un bullo

Jesi, bullo di 8 anni lasciato in aula da solo: da due giorni i compagni di classe sono a casa per protesta. Le lamentele dei genitori: “Da due anni botte e insulti ai nostri figli”.

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Bambini di 8 anni lasciano la classe: protesta contro un bullo

Una delle classi elementari della scuola primaria Collodi di Jesi da ieri è vuota. O quasi. Non per questioni di Covid stavolta. 14 bambini da due giorni non si presentano in aula per un particolare sciopero indetto dai genitori. Le famiglie hanno deciso di tenere a casa gli studenti in segno di protesta contro un bambino di 8 anni accusato di bullismo. Con l’obiettivo di spingere la dirigente scolastica a “prendere provvedimenti”.

“Abbiamo deciso di tenere i nostri figli a casa perché non ci sentiamo più al sicuro. Sono due anni che i nostri piccoli subiscono botte, interruzioni di lezioni, parolacce e insulti da parte di un bambino di 8 anni. Abbiamo fatto una relazione al Vice Questore, sono state attivate anche figure professionali e assistenti sociali, ma nulla. Le maestre le hanno provate tutte. Ecco perché chiediamo a gran voce che vengano adottate misure efficaci a tutela dei nostri figli, accusano i rappresentanti del gruppo dei genitori.

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Bullo solo in classe, la preside: “Azione esagerata”

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Bullo solo in classe, la preside: “Azione esagerata”

Vari i tentativi di conciliazione da parte della dirigente scolastica Lidia Prosperi. Riunioni, incontri con lo psicologo scolastico, assemblee con i rappresentanti dei genitori non sono stati sufficienti a risolvere la questione. “Sono perfettamente a conoscenza della situazione, e sono intervenuta ripetutamente negli ultimi due anni, commenta la dirigente scolastica.

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“La scuola – prosegue la Prosperista facendo quello che può con i mezzi a disposizione. Non ignoriamo il problema, ma nessuno ha purtroppo la bacchetta magica. L’esasperazione dei genitori è sfociata in un modo assolutamente inadeguato e inopportuno. Persone che hanno ragione sono passate dalla parte del torto. Il problema c’è, e non lo nego, ma la risposta scelta ha superato i limiti, conclude.

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