Ci sarebbe la mano del pregiudicato Domenico Quaranta tra chi ha attentato con della polvere rossa alla Scala dei Turchi. Il monumento naturale siciliano imbrattato nei giorni scorsi è stato poi ripulito dagli ambientalisti. Quaranta ha dei precedenti.
Quando le forze dell’ordine di Agrigento hanno esaminato le telecamere della zona che circonda l’area della Scala dei Turchi, monumento naturale sfregiato in più punti con della polvere rossa di ossido di ferro tra le immagini è apparso un volto noto da oltre 20 anni.
Si tratta di Domenico Quaranta, pregiudicato e responsabile di almeno due falliti tentativi di deturpamento a beni ambientali: la Valle dei templi di Agrigento e la metropolitana di Milano. È stato denunciato con un altro complice per avere danneggiato quello che per legge è un “bene avente valore paesaggistico“. La firma di Quaranta, l’imbianchino, così è soprannominato, era già stata paventata dagli inquirenti, visto che il colore rosso, era un po’ la caratteristica di tutti i suoi atti.
A tradirlo è stato proprio quello, che aveva utilizzato anche a settembre, quando aveva deturpato la scogliera di punta bianca, sempre ad Agrigento. Quaranta nativo di Favara, è stato fermato insieme ad un suo compaesano, dopo che il riscontro delle telecamere non ha lasciato più dubbi. La ricostruzione del fatto, secondo gli inquirenti, è partita nella notte tra venerdì e sabato scorso.
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I due erano arrivati alla scogliera con un Ford Transit. Dal mezzo avevano recuperato due sacchi e dopo avere scavalcato la rete di protezione dell’area, avrebbero imbrattato il monumento naturale. Nonostante le registrazioni si siano fermate in quel momento, i vandali dovranno comunque rispondere agli inquirenti sul perché si trovassero in quel posto.
Per fortuna l’atto non ha portato a danni indelebili. Già da sabato mattina alcuni ambientalisti si sono dedicati alla rimozione del colore riportando la “Scala dei Turchi” al suo antico splendore.
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Domenico Quaranta già nel 2019 era stato identificato dal programma televisivo Striscia la notizia come responsabile della rottura di alcune pigne di ceramica posizionate dal Comune sul lungomare di San Leone. Si tratterebbe quindi di una persona già molto noto per questo tipo di atti vandalici che già all’epoca di Striscia la notizia aveva minacciato l’inviata con parole molto forti.
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