Chiusura discoteche, è rivolta sui social contro il Decreto

La chiusura delle discoteche stabilita dal Decreto Natale fa discutere. E’ polemica sui social, decine di post di protesta contro la nuova stretta del Governo per arginare la crescita del numero dei contagi Covid.

chiusura discoteche
Chiusura discoteche, è rivolta sui social contro il decreto

Discoteche chiuse fino al 31 gennaio 2022. Nel Decreto Natale si legge che “saranno chiuse le sale da ballo, discoteche e locali assimilati, dove si svolgono eventi, concerti o feste comunque denominati, aperti al pubblico”. Una stretta importante quella decisa dal Governo, finalizzata ad arginare l’avanzata del Covid e a limitare la diffusione della variante Omicron in Italia. “Non possiamo permetterci assembramenti, ha avvertito il Ministro della Salute Roberto Speranza.

Eppure la misura ha scatenato la polemica sui Social Network, non si muore di solo Covid il senso di decine di commenti postati da utenti e lavoratori del settore. Volete capire che le discoteche chiuse non sono un problema per quelli che adesso non sanno più cosa fare a capodanno, ma per tutti noi lavoratori che siamo a casa senza nessuna garanzia? Io sono d’accordissimo con la chiusura, ma almeno datemi dei soldi per stare a casa”, twitta un utente.

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Discoteche chiuse, i commenti di protesta sui Social Network

discoteche chiuse
Discoteche chiuse, i commenti di protesta sui Social Network

Una misura necessaria da un punto di vista sanitario, particolarmente dolorosa sotto quello economico nei confronti di un settore gravemente penalizzato nel corso degli ultimi due anni. Ma quindi discoteche chiuse? Eppure Speranza, Draghi e compagnia avevano detto che col Green Pass e i vaccini non ci sarebbero state più chiusure. Chi glielo dice ai gestori delle discoteche che continueranno a perdere soldi? I prossimi che chiuderanno saranno cinema e ristoranti”, avverte un utente.

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Ma se le discoteche sono chiuse anche per chi ha tre dosi, come funziona quella cosa che sul posto di lavoro i tridosati non infettano?”, domanda ironicamente un altro. Insomma di carne al fuoco ce n’è, anche troppa, sperando che la stretta riesca ad abbassare la curva dei contagi e non costringa al de profundis i lavoratori di un settore sull’orlo del baratro.

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