Eitan affidato ad un tutore esterno, ma vivrà con la zia Aya. Ecco perchè

Il Tribunale per i Minorenni di Milano ha stabilito che il bambino di 6 anni, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, abbia come tutore una avvocato di Monza. La decisione è stata presa alla luce della “elevatissima conflittualità” tra la famiglia materna e quella paterna. Per il momento continuerà a vivere con la zia paterna Aya Biran e la sua famiglia a Travacò Siccomario, alle porte di Pavia. 

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Il piccolo Eitan, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, sarà affidato ad un tutore esterno alle famiglia, non alla zia Aya ma continuerà a vivere con lei.

Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, potrà continuare a stare a casa della zia Aya Biran, nel Pavese, con le sue cuginette. Il suo tutore legale, però, sarà un avvocato di Monza. Una figura esterna rispetto alla famiglia materna e a quella paterna, che da mesi si contendono la sua tutela.

A deciderlo è stato il Tribunale per i Minorenni di Milano, infatti, ha deciso di nominare come “tutore” in “sostituzione” della zia “un professionista estraneo ad entrambe le famiglie di origine, mantenendo il bambino collocato presso la zia”. E questo perché tra i Peleg e i Biran si è sviluppata una “elevatissima conflittualità” che rischia di pregiudicare la futura serenità di Eitan. Trai compiti del legale, anche quello di gestire la meglio il patrimonio del bambino, che nel crollo della funivia nel maggio scorso ha perso entrambi i genitori, il fratellino e i bisnonni.

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I rapporti deteriorati trai familiari di Eitan

l'arrivo in Italia di Eitan Free.it 1280
Eitan è rientrato in Italia il 3 dicembre scorso, dopo 84 giorni trascorsi in Isreale. Era stato rapito dal nonno paterno Schmuel Peleg l’11 settembre.

I nonni materni di Eitan, protagonisti del rapimento del bimbo l’11 settembre scorso, si sono sempre opposti alla conferma della zia Aya come tutrice legale del nipote. Abbastanza perchè la presidente del Tribunale per i Minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, decidesse, di affidare ad un terzo la responsabilità di agire nell’interesse personale, relazionale, economico ed educativo del bambino. Senza pressioni provenienti dai famigliari paterni e materni, dopo che Eitan il 3 dicembre è potuto rientrare in Italia. 

La denuncia della nonna Esther e gli zii indagati

I rapporti tra i nonni materni, Schmuel Peleg ed Esther Cohen, e gli zii paterni Aya Biran e Or Nirko non potrebbero essere più tesi. Dopo il blitz con cui il bimbo è stato portato a Tel Aviv – per il quale i nonni e l’ex militare Grabiet Alon Abutul sono indagati dalla Procura di Pavia – adesso spuntano nuove accuse anche a carico degli zii.
La nonna, assistita dagli avvocati Sara Carsaniga e Paolo Sevesi, ha denunciato entrambi per diffamazione, per alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa. E ancora, lo zio Or Nirko, in particolare, è stato denunciato per furto per aver preso – dopo la tragedia- dalla casa dei genitori telefoni, pc e altri device informatici. I due zii sono stati iscritti nel registro degli indagati come atto a garanzia per gli accertamenti utili.

Per i nonni di Eitan un raggio di luce dopo 6 mesi

In un clima così rovente, la decisione del Tribunale per i Minorenni di Milano è stata accolta come  “un primo raggio di luce a sei mesi dal terribile disastro“, dai nonni Peleg.  I Peleg hanno definito la decisione di non confermare la zia Aya Biran come tutrice “eclatante” e hanno gioito del fatto che la zia “Aya non potrà più prendere decisioni di carattere definitivo per il futuro di Eitan”. “La famiglia e’ certa – ha proseguito il portavoce israeliano dei Peleg, Gadi Solomon – che il sistema giudiziario italiano farà tutto quanto in suo potere per garantire e difendere gli interessi di Eitan, cosi’ come la famiglia della madre ha fatto finora e continuerà a fare”

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