Omicron, l’infettivologo Vella a Free.it, “Presto 400mila vaccini al giorno. Anticipare a 4 mesi la terza dose”

Ieri c’è stato il G7 d’emergenza a Londra, i Paesi hanno discusso su come affrontare la recrudescenza dell’epidemia. Occhi puntati sulla variante Omicron. Quanto ci metterà la mutazione sudafricana del Covid a diventare preminente in Italia? In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, le parole di Stefano Vella, infettivologo e docente di Salute globale all’università Cattolica di Roma.

L’infettivologo Vella ha detto a Free.it che bisogna arrivare presto a 400mila dosi al giorno. Buona idea anticipare a 4 mesi la terza.

Si punta tutto sui vaccini per combattere la variante Omicron. E’ questa la conclusione del vertice G7 che si è svolto in emergenza ieri a Londra. I Paesi devono accelerare e anche l’Italia punta a tornare a 400mila dosi al giorno dal 1 al 12 dicembre. Lo ha annunciato il generale Figliuolo. Intanto, alcune regioni faticano a ritrovare il ritmo mentre i contagi salgono. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, le parole di Stefano Vella, infettivologo e docente di Salute globale all’università Cattolica di Roma.

Che quadro possiamo tracciare in Italia alla luce dei dati e dopo il G7 di ieri?

“Malgrado i casi siano in salita, l’Italia sta reggendo, grazie al fatto che una certa parte della popolazione è vaccinata. Siccome questa è un’epidemia globale, pensare di reggere da soli è miope. Bisogna monitorizzare la situazione da vicino senza calare l’attenzione nemmeno per un secondo. Alcune regioni hanno reintrodotto l’obbligo della mascherina, si sa che difende efficacemente, quindi bene la protezione e il distanziamento. E poi bisogna velocizzare i vaccini, perché anche loro proteggono contro tutte le varianti che conosciamo. Probabilmente pure contro la nuova sudafricana. Quindi vacciniamoci! E torniamo presto a fare 400mila dosi al giorno”.

Secondo lei in quanto tempo si potrà capire se la nuova variante Omicron prende piede in Italia?

Intanto c’è da dire che ha già preso piede. Quando arriva un caso, vuol dire che ne sono arrivati anche altri. Adesso è essenziale monitorare, fare le sequenze genetiche, già molti le stanno facendo. Penso che tra poco sapremo quanto si sia infiltrata in Italia. Sul fatto che è più contagiosa siamo tutti d’accordo. Anche perché tutte le varianti quando escono fuori hanno un vantaggio rispetto a quelle precedenti. Non è detto che sia più cattiva. Quindi aspetterei i dati e vediamo cosa succede. Intanto, ribadisco,  che bisogna vaccinarsi tutti”.

Dopo il G7 di Londra, la Gran Bretagna, tra le altre cose, ha deciso che anticipa la terza dose dopo tre mesi. Dal suo punto di vista questa cosa è positiva o è un’esagerazione?

 “No, penso che sia un’ottima cosa. Il booster, cioè la terza dose va fatta, l’ha detto anche il dottor Fauci. E va fatta prima possibile, nel senso che non si può fare il giorno dopo, ma anticiparla un po’, una scelta saggia. Noi l’abbiamo anticipata a cinque, potremmo arrivare a quattro. Sicuramente il booster protegge molto di più. Quindi fare questo richiamo conviene assolutamente farlo per essere protetti al 95%. Come emerso dai dati israeliani”.

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Omicron, l’infettivologo Vella a Free.it, “Impossibile fare previsioni per Natale”

Per l’infettivologo Stefano Vella è impossibile per ora fare previsioni per Natale

Alcune regioni sono già passate in giallo. Secondo lei queste misure bastano per frenare i contagi?

“Beh, questa è una domanda a cui non abbiamo una risposta. Diciamo che è giusto farlo e poi se queste misure bastano si vede. Cerchiamo di andare avanti giorno per giorno. Sicuramente bisogna monitorare. Se la curva inizierà a calare, vuol dire che bastano, se non si fermerà vorrà dire che non bastano. So che è banale dirlo, ma in realtà non c’è altra soluzione”.

 Considerando il quadro attuale, come potrebbe essere questo Natale?

“Sicuramente non sarà come l’anno scorso, saremo più liberi. Però anche queste sono domande un po’ da palla di vetro, considerando la situazione in evoluzione. Nel corso di questa pandemia, abbiamo fatto tanti errori, abbiamo detto e fatto tante previsioni che poi non si sono avverate. Per ora eviterei previsioni, andrei avanti passo dopo passo, sempre con un occhio molto aperto. In ogni caso, quest’anno la differenza c’è. Abbiamo i vaccini, l’anno scorso no. Noi siamo aperti, il mondo è riaperto: siamo fuori a cena anche se con le mascherine, siamo in giro, ci muoviamo e stiamo ripartendo grazie ai vaccini. E’ una cosa talmente elementare che davvero non so come si possa negarlo”.

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