Violenza sulle donne, Gimigliano e Passeri a Free.it “Vi raccontiamo Women for Women”

L’associazione “Salvamamme” è impegnata nell’aiuto a donne vittime di violenza. Dalle loro voci, il racconto di un tragico fenomeno che non sembra avere fine. Nella giornata Internazionale della violenza sulle donne, in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, Donatella Gimigliano creatrice del premio “Woman for Woman” e la presidente Grazia Passeri, spiegano quanto si è fatto ad oggi e quanto ancora si deve fare.  

Violenza sulle donne, Gimigliano e Passeri raccontano il fenomeno

La cronaca racconta di un femminicidio ogni tre giorni. Ovvero una donna che dopo aver vissuto nel terrore per anni, viene brutalmente uccisa, sfregiata, privata della dignità. Un fenomeno dilagante nonostante gli sforzi per combatterlo. Oggi Ra2 trasmetterà il premio “Women for Women”.

 Una manifestazione creata da Donatella Gimigliano che punta sopratutto ai casi e storie di donne che ce l’hanno fatta. A lei è legata l’associazione “Salvamamme“, che da anni è in prima linea per supportare e aiutare concretamente le donne in difficoltà. Tutte coloro che hanno denunciato e che hanno bisogno di protezione fisica e psicologica.

Violenza sulle donne, Gimigliano e Passeri a Free.it “Vi raccontiamo Women for Women”

Violenza sulle donne, evento “Women for Women”

Dott.ssa Gimigliano, ci racconta da dove nasce l’idea del premio “Women for Women” che vedremo in Rai il 25 novembre e che impatto ha avuto sul fenomeno della violenza sulle donne?

“Woman for Women” è nato da un mio personale vissuto, sia con un cancro al seno che come impegno nella lotta contro la violenza sulle donne con l’associazione “Salvamamme”. È un format assolutamente unico perché personalmente ho visto una similitudine tra quei segni e quelle cicatrici che entrambe le esperienze, la violenza e il tumore, lasciano sul corpo di una donna. Nell’evento abbiamo voluto portare avanti storie di donne che ce l’hanno fatta. Pensiamo che il loro esempio sia importantissimo, per tutte le altre che si trovano a combattere contro questa problematica. L’evento è cresciuto diventando un format televisivo. Siamo approdati a Rai2 già con la precedente edizione, riconfermata anche quest’anno per il 25 novembre. Crescere in questo modo, significa per noi aiutare più donne a venire fuori, a denunciare, perché l’esempio delle nostre ospiti sul palco racconta proprio questo”. 

Violenza sulle donne, Grazia Passeri presidente di Salvamamme

Presidente Passeri, non passa un giorno che non ci sia un caso di femminicidio. Lei che ha creato questa associazione “Salvamamme” e ha il polso della situazione, come stanno realmente le cose?

“Purtroppo non molto bene, perché nonostante siano per fortuna aumentate le denunce per violenza, dall’altra parte i tempi della legga e l’esecuzione della stessa non permettono di dare sicurezza alle donne. Chi denuncia nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, si ritrova poi sola ad affrontare una situazione difficilissima. Per questo “Salvamamme” ha un progetto, attivo da molto tempo, che cerca di rispondere immediatamente alle situazioni urgenti”.  

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Ci racconta presidente in che modo il “Salvamamme” interviene?

“Ci occupiamo oltre che a dare sostegno alle famiglie in difficoltà, quindi fornendo proprio materialmente il necessario per la sopravvivenza di tutti i giorni, anche di creare una rete di sostegno attraverso i servizi che diamo sia noi, che le associazioni che collaborano con noi. Abbiamo attivato dei progetti tra cui c’è appunto quello della “valigia di salvataggio”. È una valigia che aiuta a non tornare indietro e che contiene beni di prima necessità ma anche l’assistenza legale oltre che il sostegno psicologico, e tutta una serie di servizi compreso l’accompagnamento protetto. Questo perché l’accoglienza nei centri antiviolenza non è immediata, e noi forniamo un posto dove stare fino a che la vittima non viene presa in carica. Molte donne dipendono economicamente dagli uomini per questo non scappano”.

Violenza sulle donne, Donatella Gimigliano creatrice del premio Women for Women

Rispetto a qualche anno fa quando è nata la sua associazione, avete visto aumentare i casi di violenza sulle donne? In che misura?

“Negli anni abbiamo tristemente assistito ad un grosso incremento di richieste d’aiuto. Per non parlare delle donne che hanno necessità e che lentamente si avvicinano alla denuncia. Qualche anno fa si denunciava molto meno e con molta più difficoltà. Ora per fortuna di più, ma continua ad esistere il problema che alla denuncia deve seguire una protezione immediata. È questo il vuoto che esiste. Si deve denunciare ma ci vuole una copertura, bisogna rispondere prima che si sia un altro tipo di risposta, quella della morte”.

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Dott.ssa Gimigliano, secondo lei quanta strada c’è ancora da fare e come dobbiamo muoverci per arginare questa piaga?

“La strada è ancora lunghissima. Bisogna smettere di parlare di delitti passionali, di gelosia perché sono tutte cose fuorvianti rispetto al problema. Dobbiamo sostanzialmente arrivare al fatto che una donna non deve essere colpita neanche con uno schiaffo o con la privazione del diritto alla dignità o ad avere il proprio mondo e le proprie relazioni. Oltre che, come già detto, alla parte economica, che spessissimo per l’uomo è un fattore di controllo. Non si pensi poi che sia solo una questione di ignoranza e povertà, ci sono grandi professionisti culturalmente elevati ed economicamente abbienti, che riescono benissimo a compiere femminicidi senza neanche porsi il problema. C’è ancora tanto da fare”.  

Violenza sulle donne, Grazia Passeri con Barbara De Rossi testimonial di “Salvamamme”

Quanto il Covid ha acuito questo problema dott.ssa Gimigliano?

“Sicuramente lo ha amplificato. Intanto perché c’è stata una presenza maggiore nella condivisione delle mura domestiche, con l’inevitabile  creazione di momenti di tensione e alla fine di violenza. In più a questo si è aggiunto il problema di come poter chiedere aiuto, proprio perché bloccate tra le mura domestiche. Questo ha messo in luce anche la difficoltà di un sistema che deve portare delle alternative a quella che può essere una chiamata o la presenza in un centro antiviolenza. “Salvamamme” è comunque riuscita ad essere presente anche in quel periodo e ad intervenire anche durante il lockdown sostenendo le donne nei più svariati modi. Usando i messaggi whatsapp piuttosto che quelli audio per poter in qualche modo consegnare in determinati casi la “Valigia di Salvataggio”. 

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