Emergenza Covid, le protezioni calano: stadi, cortei e ristoranti nel mirino

Emergenza Covid, le protezioni sembrano calare: stadi, cortei e ristoranti nel mirino. I fattori che hanno generato questa flessione.

Green pass e Covid Italia
I presidenti delle Regioni pensano al Green pass e a nuove misure restrittive

Gli italiani mettono la quarta. Avrebbero voluto evitare in molti, ma la quarta ondata di Covid, nello Stivale, è realtà: una consapevolezza amara che potrebbe nuovamente mettere a rischio il Natale. Un anno fa si parlava di festività ristrette e potrebbe tornare a parlarsene dopo 365 giorni. Non con la stessa ansia, l’anno scorso si respirava ancora un’aria di paura e insicurezza per i morti che aumentavano esponenzialmente. Quest’anno, invece, si parla di prudenza.

Secondo la comunità scientifica, infatti, il problema è un altro: gli italiani si sono stancati. L’insofferenza cresce, la volontà di tenere ancora la guardia alta dopo quasi due anni di lotta al virus viene meno anche nei più equilibrati: non è solo un problema di fazioni. No Green Pass e No vax contro gli altri. È una questione di resistenza, i nervi cominciano ad affiorare e il lassismo potrebbe avere la meglio: ecco perchè Draghi concepisce come necessarie le nuove regole per il certificato verde che sono al vaglio.

Emergenza Covid, flessione nei controlli: stretta sul nuovo Green Pass

Emergenza Covid, calano i controlli (Getty Images)
Emergenza Covid, calano i controlli (Getty Images)

Prima c’era il rischio calcolato, in perfetto stile Conte, ora c’è la prudenza ragionata: significa che certe misure – riprese anche dalla Germania, in una situazione drammatica come ha detto la Merkel (uscente) più volte – vanno prese come l’unico antidoto possibile a una ricaduta. La quarta ondata va fermata sul nascere.

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I luoghi di ritrovo solo appannaggio delle persone con il Green Pass, per il lavoro c’è anche l’opportunità del tampone ogni 24 ore, ma nel nuovo disegno del Governo il tempo libero nei luoghi di aggregazione, concerti ed eventi diviene un’occasione per coloro che hanno scelto di vaccinarsi. Il resto si vedrà.

Un modo per convincere, forse, quei due milioni e più di persone che mancano all’appello: No vax convinti che sembrano resistere a ogni accorato appello. L’obbligatorietà del vaccino resta l’ultima istanza, ma nel frattempo occorre che nei luoghi di ritrovo – stadi, concerti ed eventi – i controlli siano serrati. La parola d’ordine, con l’avvento delle festività, diventa disciplina.

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