Covid, tornano i colori. Ecco quali sono le regioni a rischio

Con la crescita dei contagi nel paese, si parla sempre più del probabile ritorno in ‘Zona Gialla’ di alcune regioni d’Italia. Sotto osservazione soprattutto l’andamento dei ricoveri nei reparti ospedalieri, sia ordinari che di terapia intensiva.

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Covid, tornano i colori. Ecco quali sono le regioni a rischio

Sono tre le condizioni, da verificarsi contemporaneamente, per l’ingresso delle regioni italiane in ‘Zona Gialla’. Si tratta dell’incidenza settimanale di nuovi casi sulla popolazione (che non deve superare i 50 ogni 100mila abitanti), del tasso di ricoveri nei reparti ordinari (che non deve superare il 15%) e di quello nelle terapie intensive (che deve rimanere sotto il 10%). Proprio questi ultimi due parametri sono all’attenzione delle autorità sanitarie regionali. Dato che implicano anche la possibilità di affrontare le necessità di pazienti non-Covid o in attesa di interventi particolarmente urgenti, come ad esempio quelli oncologici.

La Regione più in difficoltà nel contenimento dei ricoveri è il Friuli Venezia Giulia. Interessata dalle proteste più significative dei movimenti contro il Green Pass, la regione guidata dal leghista Massimiliano Fedriga deve fare i conti – secondo i dati Agenas – con il 14% dei posti occupati in terapia intensiva e il 13% per quanto riguarda i reparti ordinari. Numeri pericolosamente vicini a quelli per cui è automatico l’ingresso nella prima delle tre fasce previste dalle disposizioni del governo.

Covid, tasso di occupazione reparti ordinari e terapie intensive: la situazione nelle Regioni

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Covid, tasso di occupazione reparti ordinari e terapie intensive: la situazione nelle Regioni

A seguire c’è la Provincia Autonoma di Bolzano, interessata da un 9% di occupazione dei reparti di terapia intensiva e da un 13% per quanto riguarda i reparti ordinari. Seguono le Marche, che contano il 10% di occupazione in area critica e il 7% nei reparti ordinari. Situazione in costante peggioramento anche nel Lazio, dove è occupato l’8% dei posti disponibili in terapia intensiva e il 9% di quelli di area non critica.

L’Abruzzo ha il 7% delle intensive e il 6% negli ordinari. Per la Calabria è 6% nelle intensive e 12% negli ordinari. Entrambe le tipologie di reparti al 6% per l’Umbria, 6% intensive e 5% ordinarie in Veneto e Toscana. In Sicilia, terapie intensive piene al 5% e reparti ordinari al 10%. In Liguria, 5% intensive e 6% ordinari. Per quanto riguarda invece l’Emilia-Romagna entrambi i tipi di reparti sono al 5% di occupazione.

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La Campania registra un tasso di occupazione del 4% nelle terapie intensive e del 9% nei reparti ordinari. Rispettivamente 4% e 6% per intensive e ordinari in Puglia. Nella Provincia Autonoma di Trento, dove va decisamente meglio che nella vicina Bolzano, si registra invece un 4% di occupazione nei reparti di terapia intensiva e un 5% in quelli ordinari.

In Sardegna intensive piene al 4% della capienza e ordinari al 3%, in Val d’Aosta piene al 3% le intensive e all’8% gli ordinari. Stesso dato, quest’ultimo, della Lombardia, nonostante la taglia decisamente diversa delle due Regioni. Intensive al 3% e ordinari al 5% in Piemonte. Ancora meglio in Molise, dove è occupato solo il 3% delle terapie intensive e l’1% dei reparti ordinari. In ultimo, terapie intensive piene all’1% e reparti ordinari al 7% in Basilicata.

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