Giampiero Galeazzi, morto lo storico cronista Rai: aveva 75 anni

E’ morto Giampiero Galeazzi. Lo storico cronista e conduttore Rai aveva 75 anni e da tempo era malato di diabete. Se ne va la voce storica del canottaggio: il ricordo del mondo dello sport e del giornalismo.

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Giampiero Galeazzi, morto lo storico cronista Rai: aveva 75 anni – Immagine Twitter

Il mondo dello sport piange Giampiero Galeazzi. Volto storico della televisione italiana, soprannominato dal giornalista Gilberto Evangelisti Bisteccone, per la mole imponente. Il cronista sportivo e conduttore Rai aveva 75 anni e da tempo era malato di diabete. L’ultima apparizione televisiva 3 anni fa, a Domenica In. Nasce a Roma il 18 maggio del 1946, dopo la Laurea in Economia diventa canottiere professionista. Nel 1967 vince il campionato italiano nel singolo e nel doppio. Lo stesso anno partecipa alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Entra in Rai come giornalista sportivo, prima in radio e poi in Tv.

Ha condotto 90esimo Minuto dal 1992 al 1999 e nel 1996 ha coadiuvato Pippo Baudo nella conduzione del Festival di Sanremo. Nel 2010 e nel 2012 è stato ospite nelle trasmissioni Rai Notti Mondiali e Notti Europee. Indimenticabili le telecronache dei trionfi dei fratelli Abbagnale, del K2 di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi a Sidney2000, con quell’ andiamo a vincere” che rimarrà nella storia del giornalismo italiano.

Giampiero Galeazzi, il cordoglio dei colleghi

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Giampiero Galeazzi, il cordoglio dei colleghi – Immagine Twitter

Un grande dolore per i tanti colleghi che sui social ricordano lo storico giornalista: “Addio Giampiero RIP”, scrive il direttore del Tg5 Clemente Mimum. Che aggiunge: “Parlavo con Mollica di quante risate che ci siamo fatti con Giampiero, Enrico Mentana e Lamberto Sposini nei tanti anni vissuti al Tg1. E Vincenzo mi ha raccontato quando un flic tentò inutilmente di bloccare Bisteccone (che non trovava il pass) al Roland Garros”, conclude.

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“Ciao Giampiero, unico e inimitabile RIP”, il commento di Massimo Caputi.

“L’archetipo dell’inviato speciale televisivo”, secondo Paolo Condò.

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