Da oggi entrano in vigore le direttive anti Covid sulla quarantena in scuola. Regioni a lavoro per garantire in maniera veloce i tamponi necessari per permettere il rientro in classe di studenti e professori negativi.
Ridurre la Dad. E’ questo l’obiettivo delle nuove linee guida sulla quarantena a scuola dell’Istituto Superiore di Sanità , dei Ministeri alla Salute e all’Istruzione e delle Regioni. Fino ad oggi la prassi era che con un solo positivo in classe tutti gli studenti finivano in quarantena. Ora le regole cambiano, ma servono tamponi e personale. Mentre le Regioni sono a lavoro per garantire un numero adeguato di test rapidi, i presidi protestano per le nuove procedure e per le carenze di organico.
Da oggi funziona così: se viene accertata una positività , ma tutti gli altri alunni e docenti sono negativi, si resta in aula. Se i casi Covid-19 sono due tornano a casa i non vaccinati. Se sono tre tutta la classe finisce in quarantena. Il primo tampone, a cui segue uno di controllo a distanza di cinque giorni, deve essere eseguito immediatamente, per evitare agli alunni inutili giorni di Dad.
Le Regioni sono al lavoro per mettere a disposizione rapidamente il maggior numero di tamponi possibile. Per soddisfare l’elevata richiesta si pensa di utilizzare anche le strutture pubbliche, i medici di famiglia e le farmacie in cui già si effettuano test molecolari. Ma la domanda è già alta a causa dell’obbligo di Green Pass sul posto di lavoro e la Società italiana di igiene segnala il pericolo di ritardi.
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Da oggi, una volta accertato un caso positivo, il Preside deve darne immediata comunicazione alla Asl e tracciarne i contatti, studenti e professori che sono stati almeno quattro ore nello stesso ambiente del contagiato. E, se le Autorità Sanitarie non sono in grado di intervenire celermente, deve sospendere “in via eccezionale e urgente” le lezioni.
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“Sono adempimenti che non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici. E il Ministero non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionali”, ha dichiarato Antonello Giannelli dell’Associazione nazionale presidi.
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