Cleo Smith, chi è l’uomo con l’ossessione per le bambole che l’ha rapita

Sta bene Cleo Smith, la ragazza australiana prima rapita dal campeggio dove era in vacanza con i genitori e poi ritrovata. Emergono invece particolari sul suo rapitore e sulle cause che avrebbero potuto dunque innescare le sue azioni.

Cleo Smith
Cleo Smith, chi è l’uomo con l’ossessione per le bambole che l’ha rapita

L’uomo accusato del rapimento di Cleo Smith, già da alcuni soprannominata la Madeleine Mc Cann australiana per la similitudine tra il suo rapimento e quello della piccola inglese, aveva un’ossessione per le bambole Bratz, per le principesse Disney e in generale per i giochi per bambini. Potrebbe esserci dunque una serie di complesse motivazioni psicologiche alla base dell’atto compiuto da un 36enne australiano, Terence Darrell Kelly.

Significativi alcuni post su Facebook dell’uomo, che usava un account sotto il soprannome di “Bratz DeLuca”. Qui postava foto di sè stesso in giro con esemplari delle bambole o della sua stanza piena zeppa di giochi per bambini. “Niente è meglio di rilassarsi un pò con le mie Bratz“, scriveva in un post. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per essere mentalmente instabile, ma non per precedenti reati a sfondo sessuale o nei confronti di minori.

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Cleo Smith, rapitore tradito da pannolini e dolciumi

Cleo Smith
Cleo Smith, rapitore tradito da pannolini e dolciumi

L’uomo è stato tradito da alcuni acquisti fatti negli scorsi giorni. I vicini, che sapevano come Kelly non avesse figli, lo hanno visto più volte acquistare pannolini, oltre che una quantità rilevante di dolciumi, biscotti e caramelle, che poi portava nella sua casa di Brockman, quartiere popolare sulle alture a nord di Carnavron. Il luogo dove è stata ritrovata Cleo Smith dopo 18 lunghi giorni di prigionia.

La polizia ha detto di aver ritrovato la bambina proprio mentre giocava con alcuni dei giocattoli a disposizione di Kelly. È iniziato intanto il processo all’uomo, che si è presentato scalzo in tribunale e si è rivolto spesso ai giornalisti al grido di “I’m coming for you!”, “Sono venuto per voi!”. Kelly, rimasto impassibile per gran parte dell’udienza, ha mostrato di aver compreso le accuse che gli sono state rivolte.

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