Draghi, il Recovery e la ripresa dell’Italia, Prodi al Corriere: “Ecco la mia idea…”

“Draghi non può fare tutto da solo. I Partiti scaricano tutti i problemi su di lui. Se si fa riferimento a Draghi per qualsiasi cosa, dalle pensioni alle cose micro, ai singoli problemi aziendali… Questo appartiene all’attuale fase storica”, ha dichiarato l’ex Premier Romano Prodi al Corriere della Sera.

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L’ex Premier Romano Prodi

Torna a parlare Romano Prodi. Draghi, il Recovery Fund, l’Europa e Big Tech. L’analisi dell’attuale fase storica dell’ex Presidente del Consiglio nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Draghi non può fare tutto da solo. I Partiti scaricano tutti i problemi su di lui. Ma lui si può interessare solo di quelli più grandi. E se si fa riferimento a Draghi per qualsiasi cosa, dalle pensioni a cose micro, ai singoli problemi aziendali…”, ha dichiarato Prodi. Che poi ha aggiunto: “E’ un’illusione che possano essere le singole persone a risolvere tutto. Credo molto al ruolo tecnico delle strutture ministeriali, che si è molto affievolito. Vanno rinforzate. Le nostre élite giovanili devono tornare a lavorare anche nei Ministeri, precisa.

Romano Prodi non ha dubbi sul Recovery Fund. I Partiti non saranno in grado di gestirlo neanche mettendosi in mano ad un “supertecnico”: “Anche per i partiti esiste un problema di squadra: di qualità e quantità della squadra. Non mi sembra che vi stiano dedicando molta attenzione. Naturalmente alla testa di tutto c’è sempre un politico: chi prende le decisioni e tiene gli equilibri fra i diversi partiti è sempre tale. Se poi ha anche competenze tecniche, molto meglio”, commenta.

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Prodi: “Rispetto alla crisi dell’Euro oggi più spazio per la ripresa”

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Romano Prodi sulla ripresa italiana

Secondo Prodi la situazione economica del Paese è diversa rispetto a quando ci fu la crisi dell’Euro, alla quale si rispose con l’austerità. La ripresa allora fu lenta, oggi invece c’è una fiducia diversa: “In economia vi sono nuovi elementi che favoriscono il cambiamento: gli errori fatti dieci anni fa, la Brexit e soprattutto la nuova consapevolezza tedesca che non vi può essere sviluppo della Germania senza che il Paese resti inserito in Europa. Proprio come per noi. Queste realtà hanno cambiato l’atmosfera. Quindi noi oggi abbiamo più spazio per la ripresa, ha commentato l’ex Premier.

Pochi dubbi anche sul ritardo tecnologico dell’Europa rispetto agli Stati Uniti. Un ritardo non nuovo, secondo Prodi, che oggi è reso più evidente dall’assenza in alcune catene del valore fondamentali. Il problema è che, ad oggi, non esiste una politica industriale europea. “Le grandi decisioni sono in mano alle imprese oligopolistiche mondiali. Noi italiani non abbiamo nessuno che sieda con forza a quei tavoli e gli europei non si mettono d’accordo”, commenta Romano Prodi. Che poi aggiunge: Intel, ad esempio, investe in Europa, come fa anche Tesla, perché oggi le imprese globali devono essere presenti con tutta la loro supply chain in ciascuna delle grandi aree economiche. Ma Intel e Tesla dove vanno? In Germania. La parte dell’investimento Intel in Italia mi sembra piuttosto secondaria. Eppure avremmo tante zone con la stessa produttività della Germania e salari che sono la metà. Però abbiamo un’immagine di Paese ancora problematica e nessuno a questi tavoli che ricordi le opportunità che ci sono da noi”, conclude.

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