Vaccini, con terza dose maggiore immunità: i risultati dello studio

La terza dose di vaccino può conferire una protezione maggiore nei confronti del Covid-19. Questo è quanto appurato da una ricerca condotta su oltre tremila operatori sanitari della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.

covid
Vaccino anti Covid

I vaccini anti covid sono efficaci e sicuri. E la terza dose sarebbe in grado di offrire una maggiore protezione dal virus. Questo è il risultato di un indagine effettuata su su 3.720 operatori sanitari della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. L’obiettivo della ricerca è verificare la possibilità che un soggetto vaccinato ha di infettarsi col virus. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, è uno dei più approfonditi tra quelli condotti finora.

Dei 3.720 soggetti testati solo 33 hanno contratto l’infezione da Sars-CoV-2. Quindi meno dell’1%. Nessuno di questi, inoltre, ha avuto necessità di ricovero ospedaliero o presentato sintomi gravi. Dei 33 casi di infezione solo 17 hanno presentato sintomi lievi, come tosse, rinite o dolori articolari. Inoltre solo 2 hanno trasmesso il virus ai familiari.

LEGGI ANCHE >> Impennata dei vaccini, +46% con l’obbligo del Green Pass

Vaccini anti Covid, più stimolazioni conferiscono maggiore immunità

Covid
Vaccino Covid

“I numeri non hanno bisogno di ulteriori commenti. I risultati sono più che confortanti, l’impatto della vaccinazione ha sostanzialmente cancellato la possibilità di infettarsi in grandi numeri. Qualche caso di reinfezione c’è stato, ma è al di sotto dell’1% degli operatori analizzati. Percentuale che si dimezza per coloro che avevano avuto una pregressa infezione e hanno completato il ciclo vaccinale. Questo ci dice che più stimolazioni conferiscono una maggiore immunità, sostengono i ricercatori del San Matteo di Pavia.

Stando a quanto riportato dalla ricerca, infatti, con la terza dose si abbasserebbe notevolmente il tasso di infezione e scenderebbe anche il numero di soggetti sintomatici. Dei soggetti testati l’85% ha presentato sintomi lievi, come febbre e perdita di gusto e olfatto. Mentre il 10% ha presentato complicazioni del quadro clinico con conseguente ricovero ospedaliero.

 

 

Impostazioni privacy