Reddito di cittadinanza, lo intascavano senza averne diritto: 50 denunciati a Milano

Intascavano il reddito di cittadinanza con documenti falsi. Cinquanta persone sono state denunciate a Milano. Otto abitazioni perquisite: si tratta di tutti cittadini stranieri.

Reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza – intascato con documenti falsi- l’indagine

Frodavano lo stato per incassare il reddito di cittadinanza senza averne diritto. L’indagine della Polizia di Stato ha smascherato un gruppo criminale che ha permesso a più di 50 persone di presentarsi agli uffici postali di Milano per incassare il sussidio. In quasi tutti i casi accertati nessuno dei soggetti sapeva parlare italiano.

È così che da diverse segnalazioni la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano ha avviato una indagine approfondita che ha portato all’individuazione di oltre cinquanta soggetti che hanno percepito, o tentato di percepire, il reddito di cittadinanza in modo illegale e senza avere nessun requisito legale o diritto. Perquisite otto abitazioni.


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Reddito di cittadinanza, intascato con documenti falsi: come agiva il gruppo

Reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza, intascato con documenti falsi

Le segnalazioni sono state preziose, una anomali troppo strana che ha fatto scattare le indagini. È stato così che gli inquirenti hanno smantellato un vero e proprio sodalizio criminale che organizzava l’ingresso in Italia di soggetti provenienti dalla Romania, dall’Austria e dalla Germania. Si  recavano presso gli uffici postali milanesi con l’obiettivo di ricevere la card, che poi ritiravano dietro presentazione di documenti falsificati.

Le indagini coordinate dalla Procura di Milano e dal Servizio Polizia Postale e Comunicazioni di Roma è iniziata nel settembre del 2020. Ha portato nel tempo all’arresto di due soggetti trovati in possesso di documentazione falsa. Ma non è tutto, durante le perquisizioni di otto abitazioni gli investigatori hanno rinvenuto numerose carte prepagate, ricevute di presentazione dell’istanza del reddito di cittadinanza, nonché dei messaggi che gli interessati si scambiavano via chat per concordare viaggi e permanenza sul territorio.

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