Covid 19, i conti non tornano: i dubbi del prof Crisanti

“In Italia dovremmo avere molti più contagi quotidiani da Covid-19”. Per il microbiologo Andrea Crisanti, il rapporto tra nuovi casi e decessi risulta sproporzionato. A dirlo sarebbe il rapporto matematico studiato e verificato negli altri Paesi d’Europa.

contagi covid
Per Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, c’è un errore di calcolo

“I conti non tornano”. A dirlo durante un’intervista rilasciata a Radio 24 è Andrea Crisanti, il microbiologo che tutti abbiamo conosciuto durante questo anno di pandemia. Direttore del Dipartimento di Microbiologia Molecolare Università di Padova, Crisanti sta continuando a studiare l’andamento del Covid-19 in Italia è lancia un allarme. “C’è una discrepanza ingiustificabile” – ha detto il professore – “In tutti gli altri paesi d’Europa e del mondo c’è un rapporto di uno a mille rispetto ai numeri dei casi e dei decessi, quindi dovremmo avere anche noi un numero molto più grande di contagi e non si capisce questa situazione”, ha spiegato.

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Crisanti, dovremmo avere tra i 15mila e i 20mila contagi

Crisanti
Per Andrea Crisanti dovremmo avere un numero di casi 5 volte superiore a quelli comunicati

Secondo il calcolo dei dati, in base al numero medio di decessi quotidiani comunicato dal Ministero della Salute, si dovrebbero registrare tra i 15mila e 20mila nuovi casi di Covid al giorno, mentre i bollettini raccontano di una media di 2mila infezioni. Il calcolo lo spiega lo stesso Crisanti. “Bisogna prendere il numero di decessi, dividerlo per due e moltiplicarlo per 1000, quindi dovremmo avere un numero almeno 5 volte superiore a quello comunicati nei bollettini del ministero della Salute”, ha specificato Crisanti.

La teoria del professore è che ci sia, in qualche modo, un calcolo errato dei tamponi e che quindi, il rapporto tra nuovi contagi e decessi non sia rispondente alla realtà della situazione sanitaria italiana. “La gente pensa: ‘abbiamo 1000 casi, è finito tutto, invece non è finito tutto. E’ necessario tenere alta l’attenzione, continuare il monitoraggio senza errori e proseguire con tamponi e vaccini”.

Anche sulla proposta di portare a 72 ore la validità del tampone, Crisanti dice la sua. “Non c’è nulla che giustifichi misure di questo genere perché una persona si può infettare il giorno dopo oppure quando fai il tampone puoi essere ancora infetto a livelli bassi e dopo tre giorni hai una carica pazzesca“, ha concluso Andrea Crisianti.

Infine, il microbiologo ha commentato la decisione del Governo di allungare fino a un anno la validità del Green Pass. “La protezione del vaccino, dopo sei mesi passa dal 95 al 40%. Quindi aver protratto la validità del vaccino da 6 mesi ad un anno non ha nulla di scientifico, è solo un modo per indurre la popolazione a vaccinarsi” ha commentato il microbiologo, che ha voluto sottolineare anche gli livelli di vaccinazione finora raggiunti in Italia.

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