In pensione a 62 anni, ora è possibile: ecco quali sono i passaggi

Cosa devi fare se vuoi andare in pensione a 62 anni: svelato il segreto per poter smettere di lavorare a questa età

La pensione anticipata in Italia non è impossibile. Smettere di lavorare a 62 anni è anzi una concreta possibilità per tantissime persone, soprattutto quelle che rientrano in una determinata categoria di lavoratori. Lo ha spiegato in maniera chiara l’INPS attraverso una circolare diffusa negli ultimi giorni che specifica tutti i dettagli sulla disciplina previdenziale di alcuni professionisti, in Italia molto numerosi.

Vetrina di una sede dell'Inps
In pensione a 62 anni, ora è possibile: ecco quali sono i passaggi (Ansa) – Free.it

La circolare del 22 settembre 2025 riguarda in particolare gli iscritti al Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi (FPSP). Riformato da un decreto legislativo del 2022, il FPSP viene adesso gestito in maniera unitaria, e non più attraverso le frammentazioni del vecchio Fondo pensioni sportivi professionisti, Fondo lavoratori dipendenti e della Gestione separata.

In particolare, la comunicazione in questione da parte dell’INPS serve a sottolineare come la definizione di lavoratore sportivo oggi non preveda distinzione tra settore professionistico e settore dilettantistico, e disponga l’iscrizione dei lavoratori sportivi subordinati al FPSP, gestito dallo stesso INPS e non come organo a sé stante.

Rientrano in questa categoria gli atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici, direttori di gara e tutti gli altri tesserati che svolgono mansioni necessarie per l’attività sportiva, che esercitino queste attività dietro compenso. Tutte queste figure, teoricamente, potrebbero andare in pensione a 67 anni. C’è tuttavia la possibilità di uno sconto contributivo che potrebbe far anticipare il pensionamento di ben cinque anni.

Pensione per gli sportivi a 62 anni: come funziona lo sconto contributivo

Entrando nel dettaglio di quanto comunicato dalla circolare INPS, il sistema prevede una riduzione di un anno sull’età pensionabile ogni quattro anni di lavoro sportivo riconosciuto. Quindi, per fare un esempio, un atleta con vent’anni di carriera può accedere alla pensione a 62 anni invece che a 67.

Un’alternativa per anticipare la pensione è invece aver maturato un assegno pensionistico di almeno 1.616 euro mensili. In questo caso, il lavoratore del settore sportivo in questione può usufruire di una pensione anticipata a 59 anni invece dei 64 previsti per gli altri lavoratori.

Allenatore sorridente poggiato sopra dei pesi
Gli sportivi possono andare in pensione a 62 anni: ecco in che modo (Pixabay) – Free.it

Resta da capire se tutti gli atleti, allenatori e gli altri professionisti dello sport possano beneficiare o meno di questi sconti. La risposta è un parziale no. La circolare specifica infatti che possono beneficiarne in particolare gli atleti con contratto subordinato, i lavoratori autonomi, i collaboratori coordinati e continuativi e gli operatori nel settore dilettantistico con regolare contratto.

Il che si traduce ovviamente in un numero di lavoratori del settore molto elevato, ma che non va a coprire la totalità dei professionisti che operano in questo specifico ambito. Un campo professionale le cui peculiarità (ad esempio l’intensità prevista da una carriera nello sport), dovrebbero essere premiate da questa possibilità di ritiro anticipato.

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