In pensione 3 anni prima: si può fare, ma devi fare molta attenzione

Per andare in pensione in anticipo si può utilizzare una ‘scorciatoia’: tutto quello che bisogna sapere, attenzione alle giuste regole di ingaggio

Uno dei temi, come sempre, maggiormente d’attualità è quello che riguarda i requisiti per il pensionamento. Attualmente, l’età pensionabile è fissata a 67 anni, ma si sta ragionando sull’eventualità di poter abbassare a carattere generale il limite di tre anni, vale a dire, a 64 anni, cosa che per adesso è permessa solo a pochi.

Pensionati su una panchina
In pensione 3 anni prima: si può fare, ma devi fare molta attenzione – Free.it (foto da Pixabay)

Per centrare questo obiettivo più facilmente, sono tanti i fattori da considerare. Per raggiungerlo, si sta parlando di eventuali rendite integrative, di possibili tagli, del TFR come canale aggiuntivo. A fare la differenza, però, è un aspetto specifico, almeno per quello che prevede la legge in questo momento, al netto di eventuali modifiche future. Bisogna valutare determinati contributi utili allo scopo e altri no.

Pensione a 64 anni, per il 2026 vale solo per determinati tipi di contribuenti: i dettagli

Come sapranno infatti coloro che sono più addentro a queste tematiche, la pensione a 64 anni è prevista, ad oggi, solo per i lavoratori contributivi puri. Vale a dire, quelli che hanno iniziato la loro carriera dopo il 1995.

Sito internet dell'INPS
Pensione a 64 anni, per il 2026 vale solo per determinati tipi di contribuenti: i dettagli – Free.it (fonte: © ANSA)

Gli altri requisiti per la pensione anticipata sono i seguenti: 64 anni di età, contributi per almeno 20 anni, una pensione non inferiore a tre volte l’assegno sociale. Per raggiungere questa soglia, si può utilizzare anche la rendita da pensione integrativa.

A partire dal prossimo anno, comunque, qualche cosa potrebbe cambiare, secondo le previsioni. La misura, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere estesa anche ai lavoratori misti, che uniscono sistema contributivo e figurativo, quelli che hanno iniziato a lavorare prima del 1995. In tal caso la soglia minima sarebbe di 25 anni di contributi e non più solamente 20.

Al momento, dunque, sono utili, per la pensione anticipata, solamente i contributi da riscatto, i contributi volontari, i contributi ordinari versati durante l’attività lavorativa. Mentre vanno escluse tutte le altre situazioni, che coinvolgono, ad esempio, Naspi o altre indennità di disoccupazione, servizio militare di leva, cassa integrazione, periodi di malattia o di infortunio. Gli scenari di riforma che secondo alcuni il governo sta valutando andranno seguiti con grande attenzione prossimamente, per capire che cosa accadrà effettivamente. Le modifiche al sistema potrebbero essere una buona notizia e una boccata d’ossigeno per tutti.

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