Alcuni utilizzi della IA si configurano come reato, è la legge a dirlo: la svolta cambia tutto
Con l’andare del tempo, l’utilizzo della IA sta entrando sempre più a far parte della vita quotidiana di molti di noi. Dal semplice utilizzo di Chat GPT a molto altro, come computer grafiche sempre più elaborate e contenuti simili. E la sensazione è che lo strumento avrà una importanza sempre crescente in molti ambiti.

Ci si chiede da un po’ quanto questo potrà esserci di aiuto e quanto invece potrà creare dei problemi, dal ridimensionamento di molte mansioni lavorative all’interazione con un sistema non umano che potrebbe diventare sempre più straniante. Il dibattito è sempre più ampio. Intanto, c’è qualcosa che dobbiamo sapere. L’IA non può certo essere utilizzata in maniera indiscriminata, anzi, ma va approcciata con giudizio. E anzi, determinati tipi di utilizzo si configurano come reato. Adesso è anche la legge a dirlo.
IA, approvato il nuovo disegno di legge: no alla manipolazione e diffusione online, vietati i deepfake
In parlamento, infatti, è stato approvato il disegno di legge che prevede l’introduzione del reato di deepfake all’interno del codice penale. Tutto questo dunque la manipolazione e diffusione online di contenuti artefatti, riguardanti l’utilizzo di immagini di persone che non abbiano dato il consenso, ma anche video e foto elaborate in maniera truffaldina per far passare messaggi non corrispondenti alla verità.

Dei chiarimenti in merito significativi sulla questione arrivano dal portale ‘Brocardi.it’, che fornisce riferimenti utili a carattere legislativo. Le modifiche riguarderanno, all’interno del codice penale, il Titolo XII (Delitti contro la persona), il Capo III (Delitti contro la libertà individuale), la Sezione III (Delitti contro la libertà morale).
La legge quadro è stata approvata lo scorso 17 settembre. E’ avvenuta l’integrazione dell’articolo 61, primo comma, del codice penale, in cui ci si riferisce ai sistemi di intelligenza artificiale come eventuale “mezzo insidioso”, che possono aggravare le conseguenze di un reato e ostacolare “la pubblica e privata difesa”. Non solo: coinvolto anche l’articolo 294 del codice penale sull’attentato ai diritti politici, anche qui l’uso della IA costituisce aggravante e la reclusione può giungere fino a sei anni. Inoltre, è stato introdotto nel codice l’articolo 612-quater, che riguarda l’illecita diffusione di contenuti manipolati, altrimenti detti appunto deepfake.