Anche le sigarette elettroniche fanno male alla salute, aumentano morti e malattie: ecco la scoperta che può distruggere questo settore
Fumare fa male, e questo è ormai assodato da anni, o meglio da decenni. Ma cosa sappiamo degli eventuali danni provocati dall’uso di sigarette elettroniche? Di ricerche sul campo ne sono state fatte molte nel corso degli ultimi tempi. Dal 2003 a oggi il vaping è stato infatti considerato pressoché sicuro. Tuttavia, il numero dei decessi collegati all’uso delle sigarette elettroniche è aumentato in America nel 2024, e la situazione comincia a essere preoccupante per un settore che si era imposto come alternativa “salutare” a quello delle sigarette tradizionali.

Fin dalla sua prima comparsa sul mercato, la sigaretta elettronica era stata promossa da imponenti campagne di marketing come un’alternativa magari non del tutto sicura, ma comunque molto più sana rispetto alle sigarette tradizionali. Questo perché garantiva il piacere di fumare e ottenere la propria dose di nicotina, senza dover inalare anche le sostanze chimiche nocive tipiche delle sigarette.
Questo ha comportato una rapida espansione dell’uso di e-cig da parte non solo di fumatori o ex fumatori di sigarette tradizionali, ma anche da parte di chi non aveva mai fumato per evitare rischi per la salute, oppure per quella categoria di persone cui il fumo era proibito dagli adulti, ad esempio gli adolescenti.
Non che prima i ragazzi non fumassero. L’uso di sigarette era però molto più contenuto rispetto a quello attuale delle sigarette elettroniche, diventate rapidamente popolari tra i più giovani. Una moda che, però, si è rivelata e potrebbe ancora rivelarsi di qui in avanti piuttosto dannosa.
Anche le sigarette elettroniche fanno male: le statistiche parlano chiaro
Che la diffusione del fumo anche tra i giovani potesse rappresentare un problema, sembrava evidente anche qualche anno fa, almeno agli osservatori non direttamente coinvolti nel mercato delle sigarette elettroniche. La conferma è arrivata però grazie ad alcune ricerche e ai dati proposti dai vari governi.
Nel 2019, ad esempio, il Dipartimento dei Servizi Sanitari del Wisconsin ha riportato 11 casi di adolescenti e giovani adulti finiti in ospedale per malattie polmonari. Tutti e 11 avevano praticato il vaping. E se 11 sembrava un numero piuttosto contenuto, nel corso degli anni questo numero è aumentato, portando il Senato degli Stati Uniti ad aprire indagini sulle sigarette elettroniche, e specialmente su alcune aziende, come Juul, colpevoli di aver promosso l’uso dei propri prodotti nelle scuole.

Al di là di queste situazioni spinose, non sono però ancora disponibili studi importanti sui potenziali danni correlati al vaping. Si può solo collegarne l’utilizzo ad alcuni rischi che non sono però riconducibili totalmente o esclusivamente all’uso di sigarette elettroniche. Ad esempio, svapare può portare a crisi epilettiche indotte dalla nicotina, come accade anche con le sigarette normali, se consumate in eccesso.
Anche chi fuma senza nicotina è però esposto al rischio di assorbire piccole particelle inquinanti prodotte dalle e-cig. Si tratta in particolare di sostanze chimiche tossiche come l’acetaldeide, la formaldeide e l’acroleina. Lo stesso vapore prodotto dalle sigarette elettroniche può peggiorare la nostra respirazione.
C’è poi da considerare il rischio esplosione, tipico di ogni apparecchio elettronico. In anni recenti, negli Stati Uniti, sono stati registrati migliaia di casi di esplosioni di sigarette elettroniche, spesso con danni importanti per le vittime, colpite al volto. Insomma, la questione è ancora oggetto di studi e dibattiti. Per avere risposte certe sull’effettiva pericolosità del vaping bisognerà attendere ancora qualche anno.