Ecco le ultime mosse da parte del Governo, che riguardano la gestione economica del paese e il controllo sempre più stringente sulle tasche degli italiani
Non mancano, periodicamente, polemiche costanti da parte della popolazione nei confronti dei provvedimenti dei piani alti della politica, specialmente per quanto riguarda i temi economici. La morsa di tasse e carovita si fa sempre più stringente e non è finita qui, anzi.

Infatti, sembra che il Governo voglia attentare ulteriormente al nostro portafogli, con una procedura specifica tramite la quale mettere direttamente le mani in tasca agli italiani e prelevare i soldi. Una serie di nuove misure in arrivo destinata a fare molto discutere. Ma di che cosa si tratta?
Agenzia delle Entrate e Fisco, il nuovo piano per la riscossione delle cartelle: la richiesta di accedere ai dati del conto corrente
Il tema è quello relativo alle tante cartelle esattoriali aperte, per le posizioni debitorie mai sanate da parte di diverse migliaia di italiani. Per risolvere il problema, da un lato si pensa alla rottamazione delle cartelle stesse, per lo meno per le situazioni inesigibili, dall’altro ad avere più dati possibili sui debitori insolventi.

A oggi, le norme in vigore prevedono il pignoramento e il fermo amministrativo di soldi, se si risale al conto corrente di qualcuno che ha una situazione debitoria esposta. Ma le autorità possono soltanto sapere se il conto corrente associato a una determinata persona esiste. Invece, si potrebbe andare oltre, prossimamente e far sì che si conosca anche il saldo del conto corrente stesso, attualmente protetto dal segreto bancario.
La proposta arriva dalla Commissione per il riordino della riscossione, istituita nel 2023 e interna al Ministero dell’Economia. Il presidente della Commissione stessa, Roberto Benedetti, ex giudice della Corte dei Conti, e gli altri quattro membri si stanno adoperando per far sì che l’estratto conto dei debitori sotto esame venga reso noto. Viene precisato da fonti vicine al Governo che la cosa dovrebbe riguardare effettivamente soltanto i cosiddetti ‘morosi’ e non la totalità della popolazione, per far sì di recuperare almeno parte dei 1270 miliardi di debiti mai saldati in Italia negli ultimi 25 anni: è stimato che 860 miliardi sarebbero ritenuti ancora recuperabili.