Chi raccoglie le conchiglie in spiaggia rischia grosso: sono previste multe salatissime, tutti i dettagli
Il fenomeno dell’overtourism, realtà che ormai affligge moltissime località italiane, dalle città alle spiagge, ha portato a delle necessarie contromisure. Ad esempio, da diverso tempo ormai è assolutamente vietato, quasi ovunque, raccogliere conchiglie in spiaggia. Chi è colto in flagrante rischia una multa altissima, sanzione che in teoria dovrebbe servire come deterrente per evitare che il turismo si trasformi in inciviltà.
Per questioni ecologiche e di attenzione all’ambiente, alcune istituzioni si sono viste obbligate a vietare alcuni comportamenti sulle proprie spiagge, tra quelli più comuni in realtà fino a non molti anni fa. Tra questi, l’abitudine, piuttosto malsana, di portare via dalle spiagge conchiglie, granelli di sabbia o altre risorse appartenenti alla natura.
Un comportamento illegittimo non solo in Italia, ma anche all’estero: basti pensare che in Grecia, chi raccoglie conchiglie, può incappare in una sanzione anche di 1000 euro. Una multa molto salata che, spesso, basta per indurre i turisti ad adeguarsi al regolamento. Ma cosa si rischia invece in Italia? Qual è la legislazione attualmente vigente nel nostro paese? Proviamo a fare chiarezza.
Per prima cosa, è necessario fare chiarezza: in Italia è praticamente vietato ovunque raccogliere conchiglie, come specificato nell’articolo 1162 del Codice della navigazione, il quale afferma che “Chiunque estranea arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51“, va incontro a una sanzione amministrativa.
Quest’ultima è piuttosto onerosa: si va da 1.549 euro fino a 9.296 euro. Insomma, se si raccolgono conchiglie si può arrivare addirittura a dover pagare quasi 10mila euro, motivo in più per farne a meno.
Va specificato, comunque, che per “demanio marittimo” il Codice fa riferimento, in sostanza, a lidi, spiagge, porti, rade, lagune, foci di fiumi che sboccano nel mare e bacini di acqua salmastra, tutti di proprietà dello Stato e da esso tutelati. Nell’articolo si parla però anche di “zone portuali della navigazione interna“. Con questa espressione si intendono fiumi, canali, laghi e qualsiasi altro tipo di acqua non marina.
In aggiunta, sono presenti anche norme ad hoc che permettono alle Regioni, alle Province o ai Comuni di inasprire le sanzioni per i trasgressori attraverso ordinanze balneari e regolamenti che tutelino il paesaggio e la biodiversità. Insomma, raccogliere conchiglie è vietato quasi sempre, e sarebbe meglio evitare di farlo, non solo per scampare una multa molto salata.
Esistono, tuttavia, delle eccezioni. Alcuni enti possono concedere un’autorizzazione speciale, concessa solitamente per scavi, 6ostruzioni o motivi di ricerca, con margini di manovra comunque molto ristretti. In altre parole, è quasi impossibile che tale concessione venga rilasciata a un singolo turista, con buona pace di chi era abituato a portarsi a casa un souvenir naturale da ogni spiaggia visitata.
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