Scatta una nuova allerta alimentare, interviene il Ministero della Sanità su un prodotto richiamato dal commercio: cosa sta succedendo
E’ sempre buona norma fare attenzione a cosa acquistiamo al supermercato e alla conservazione degli alimenti, specialmente in questo periodo, in cui le alte temperature favoriscono un rapido deperimento degli stessi. Ne va chiaramente della nostra salute, dunque il controllo della qualità del cibo è essenziale.

Per questo motivo, bisogna controllare bene le etichette di provenienza, le date di scadenza, la presenza di eventuali allergeni e così via, per essere totalmente sicuri sulla nostra tavola. Ci sono però delle informazioni di cui potremmo non essere a conoscenza e che possono naturalmente sfuggire al nostro controllo.
Ecco perché in tal senso rivestono una grande importanza gli avvisi del Ministero della Salute, su segnalazione dei produttori o dei consumatori o a seguito di rilievi effettuati autonomamente. Da questo punto di vista, c’è un avviso da tenere in serissima considerazione, che riguarda un alimento ritirato dal commercio e piuttosto consumato in giro per l’Italia. L’indicazione da parte delle autorità è chiara: se avete acquistato questo prodotto, non dovete mangiarlo o rischiate grosso per la vostra salute.
Caciotta di bufala ritirata dagli scaffali: contaminazione batterica in atto, i dettagli
Il prodotto in questione è una caciotta stagionata di latte di bufala a marchio Fattorie Garofalo. A essere destinatario del provvedimento di ritiro, un lotto della caciotta stessa, un prodotto tradizionalmente buonissimo ma che in questo caso ha subito una preoccupante contaminazione batterica.

Nell’avviso di richiamo emesso dal Ministero, si rende noto che nel lotto numero 100 del prodotto è stata rivelata la presenza del batterio Escherichia Coli produttore di tossina Shiga (STEC). Le confezioni interessate dal provvedimento sono quelle da 400-500 grammi sottovuoto, con data di scadenza indicata nel 30 novembre 2025. Il provvedimento governativo fa discutere, avendo datato l’annuncio di richiamo al 24 luglio, ma avendolo pubblicato solamente alla data del 29 luglio. Non mancheranno le polemiche per questo ritardo di cinque giorni, che per qualcuno potrebbe avere effetti negativi.
Lo stabilimento di produzione del lotto incriminato è il Caseificio La Vecchia Masseria di Diana Luigi, con stabilimento sito in strada provinciale Trentola-Ischitella snc, a Villa Literno, in provincia di Caserta. Il marchio di identificazione del prodotto è IT 15/299 CE. Chi si trovasse in possesso di questo prodotto, può riconsegnarlo al punto vendita.