Rifiuti, arriva la nuova tassa per i cittadini: la decisione dell’Unione Europea

I contribuenti italiani sono in allarme: l’UE potrebbe far scattare una nuova tassa sui rifiuti. Di cosa si tratta?

Quando si parla di tasse, si genera sempre immediato malcontento. Di base, però, non tutte le imposte nascono con intenzioni malvagie od oppressive. In molti casi, il pagamento del tributo serve a finanziare servizi di cui gode l’intera collettività o a gestire situazioni delicate.

Una mano che tiene una busta gialla dell'immondizia
Rifiuti, arriva la nuova tassa per i cittadini: la decisione dell’Unione Europea – free.it

Da noi, la tassa attiva sui rifiuti si chiama la TARI. Ed è stata introdotta una decina d’anni fa in sostituzione di TARSU, TIA e TARES. Il tributo comunale serve a finanziare i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani. Lo paga chiunque possiede o detiene immobili che possono produrre rifiuti.

L’importo varia da Comune a Comune. Ma, secondo l’ISTAT, in media ogni famiglia italiana paga tra i 200 e i 400 euro all’anno. E per tanti italiani è già troppo. Anche in relazione al servizio non sempre perfetto di raccolta e smaltimento. Nelle grandi città, ammettiamolo, l’immondizia è quasi sempre un problema reale e i disservizi sono quotidiani.

E ora arriva lo spettro di una nuova tassa sui rifiuti… Tutto parte da una nuova proposta dell’Unione Europea: una tassa sui rifiuti elettronici non raccolti. I cosiddetti RAEE.

In tutta Europa c’è un problema con questi rifiuti. E in Italia la situazione è abbastanza grave. Il nostro Paese produce e distribuisce una quantità enorme di oggetti tecnologici senza però riuscire a smaltirli a fine ciclo.

Arriva una nuova tassa sui rifiuti: la vuole l’UE

Per l’UE, la tassa sui RAEE potrebbe servire a finanziare parte del bilancio comunitario 2028–2034. L’idea è quella di far pagare 2 euro per ogni chilogrammo di RAEE non raccolto. Non una cifra a caso, eh… Il calcolo si basa sulla differenza tra il peso medio degli apparecchi immessi sul mercato nei tre anni precedenti e quello dei rifiuti effettivamente raccolti.

Telefonini rotti in una discarica
Arriva una nuova tassa sui rifiuti: la vuole l’UE – free.it

Il tasso di raccolta italiano è del 29,64%. Quindi parecchio distante dal target minimo UE del 65%. E ciò potrebbe tradursi in un contributo annuo di circa 2,6 miliardi di euro da parte dell’Italia. Un costo che verosimilmente ricadrà sui contribuenti, gonfiando la TARI.

In pratica, l’UE premierà chi ricicla e penalizzerà chi spreca. Perché? Primo, perché i rifiuti elettronici sono assai inquinanti e difficili da smaltire. Inoltre, perché dai rifiuti elettronici si possono estrarre metalli rari, terre rare, elementi che oggi servono per produrre batterie, microchip, tecnologia. Chi non ricicla distrugge l’ambiente e spreca denaro.

E la colpa è anche di chi ancora non sa che certi apparecchi devono essere gettati nelle isole RAEE e non nell’indifferenziata o nella plastica! La gente, giustamente, si chiederà se è giusto pagare per un sistema che non funziona…

In effetti, le tasse diventano accettabili solo se collegate a un beneficio visibile, tangibile. Altrimenti, scatenano il malcontento. E questo è il rischio collegato all’introduzione della nuova tassa sui rifiuti promossa dall’UE.

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