Capire come ci si debba muoversi quando si deve discutere una successione può essere importante, quali sono le conseguenze tra i figli di un defunto se non c’è alcun testamento?
Andare d’accordo tra familiari non è sempre semplice, ma anche quando tutto sembra procedere per il meglio possono sorgere contrasti più o meno gravi, inutile negarlo. E spesso questi si verificano in una circostanza in cui essere uniti e solidali sarebbe importante, ovvero il momento in cui ci si trova a stabilire la portata della successione dopo la morte di un genitore. A quel punto può esserci chi ritiene di meritare di più, magari perché pensa di avere avuto un rapporto più solido o di essersi speso maggiormente quando era in vita, mentre la suddivisione dovrebbe avvenire in parti uguali.

I problemi possono però sorgere anche quando non si è in presenza di un testamento realizzato dal defunto, come può accadere ad esempio in caso di morte improvvisa, senza che ci fosse modo da parte di chi non c’è più di occuparsi di questo aspetto quando era ancora in vita. Le diatribe possono essere inevitabilmente più forti, è bene quindi sapere come ci si debba muovere in questi casi così da fare il possibile per provare a mantenere armonia tra le parti.
Successione senza testamento: come si divide l’eredità tra figli
Capire cosa dice la legge su come si debbano gestire determinate situazioni, soprattutto quelle più spinose, può essere importante per fare in modo che non ci siano discussioni che possono protrarsi a lungo. Non solo, si evita inoltre che qualcuno si arroghi dei diritti che in realtà non ha chiudendo il problema sul nascere.
Tra le situazioni che possono portare a contenziosi pesanti ci sono certamente quelle legate alla successione, ovvero a come stabilire a chi spetta parte dell’eredità di un parente stretto. Se si è in presenza di un testamento tutto diventa più semplice, quello fa fede e si fa sì che possano essere rispettate le volontà del defunto. Ben diversa è invece la situazione se uno scritto non è presente, in casi simili potrebbero addirittura tornare a farsi vivi familiari con cui non si avevano rapporti da tempo ma che pensano di poter ricevere qualcosa.

In questi casi si deve fare riferimento all‘articolo 457 del Codice Civile, dove si sottolinea la necessità di ricorrere a quella che viene definita successione legittima. In casi simili ad avere diritto all’aredità sono il coniuge e i figli, con modalità che possono variare a seconda della situazione.
Se la persona scomparsa ha un solo figlio, è necessario che l’eredità sia suddivisa in parti uguale tra coniuge e figlio. Qualora i figli siano almeno due, a questi spettano i due terzi del patrimonio ereditario, da dividere, e al coniuge resta un terzo. Il quadro si complica parzialmente se la persona morta non ha figli, il patrimonio non spetta interamente al vedovo/a, ma è prevista una quota anche per i fratelli e le sorelle (se ci sono), con la garanzia che il coniuge abbia comunque i due terzi.
Se invece ci sono il coniuge ma anche genitori e fratelli in vita, questi dovranno dividere la quota di eredità a loro spettante (un terzo), ma ai genitori va almeno un quarto dell’eredità. Qualora non ci fossero né figli né coniuge, l’eredità è divisa tra genitori e fratelli del defunto. La divisione si fa sempre per ognuno, anche se ai genitori è riservata almeno la metà dell’eredità.

Prima di decidere di ricevere un’eredità sarebbe comunque bene informarsi sulla situazione economica del defunto, se si sceglie di accettarla, infatti, si erediteranno a loro volta anche eventuali debiti.