Le multe da autovelox possono essere annullate, basta controllare un aspetto poco considerato ma fondamentale. Comuni e Stato nei guai!
La situazione si sta facendo interessante… mentre le strade delle nostre città continuano a riempirsi di occhi indiscreti pronti a immortalare ogni un’auto che supera anche di poco i limiti di velocità, i multati hanno imparato a difendersi. Per farlo, sfruttano il caos amministrativo che ancora impera nel nostro Paese, cercando di difendersi da soli, dopo decenni di abusi e di insopportabile incuria legislativa.

Per capire cosa sta succedendo dobbiamo analizzare una storica sentenza della Cassazione risalente a circa un anno fa. La sentenza n. 10505 dell’aprile 2024 della Corte ha stabilità che una multa per eccesso di velocità è valida solo se l’autovelox è omologato. Omologato e non semplicemente approvato. C’è dunque una differenza fondamentale. L’approvazione avviene quando il Ministero dei Trasporti riconosce che un certo modello può essere usato per rilevare la velocità… E, invece, l’omologazione è la conseguenza di un’opportuna verifica tecnica tesa a provare che ogni singolo dispositivo funzioni correttamente e nel rispetto degli standard richiesti.
E qui interviene il problema. In Italia, mica c’è una procedura chiara per omologare gli autovelox… nonostante tale procedura sia richiesta dal Codice della Strada da più di trent’anni, nessuno si è mai preoccupato di risolvere la questione. E, intanto, i Comuni e anche lo Stato continuano a installare dispositivi autovelox non omologati per poter produrre multe a ripetizione. Secondo le ultime stime, circa due multe su tre provengono appunto da dispositivi autovelox non a norma. Cioè approvati ma non omologati.
E non è tutto. Molti autovelox sono stati installati senza censimento ufficiale. E ci sono tanti Comuni che non sanno nemmeno quanti ne abbiano in funzione. Non troppo tempo fa, in Calabria, sono stati sequestrati persino degli autovelox illegali.
Le conseguenze legali del caos amministrativo sugli autovelox: come far annullare le multe
Il principio espresso dalla Cassazione chiarisce che tutte le multe da autovelox non omologati sono annullabili, purché si faccia regolare ricorso. E non è tutto… Se si ha voglia, si può anche querelare l’agente che ha firmato il verbale, dato che approvando la multa ha attestato il falso, dichiarando implicitamente la regolarità del dispositivo di controllo della velocità. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini è ora chiamato a concludere in breve tempo un censimento nazionale degli autovelox per aprire un portale pubblico dove verificare la regolarità di ogni dispositivo.

Si parla anche di un nuovo decreto che imporrà nuovi standard per le distanze minime tra i dispositivi e la possibilità di installazione solo su tratti ad alta incidentalità. Intanto, ci troviamo tutti in una situazione paradossale: decine di migliaia di multe vengono emesse da dispositivi che non avrebbero mai dovuto essere accesi. In tanti hanno pagato multe salate. Ma ora chi riceve la sanzione sa cosa fare.
Non bisogna pagare subito, dato che chi paga entro cinque giorni perde il diritto al ricorso. Bisogna invece verificare se l’autovelox è omologato. Lo si può fare richiedendo copia del verbale di omologazione all’ente che ha emesso la multa e poi consultando il portale del MIT (che guarda caso, in questi giorni, è in aggiornamento e quindi non consultabile…) per verificare lo stato del dispositivo. Dopodiché si passa al ricorso presso il prefetto o il giudice di pace. La motivazione da inserire nel ricorso è la seguente: “Il dispositivo utilizzato per l’accertamento non risulta omologato ai sensi dell’art. 45 comma 6 del Codice della Strada, come stabilito dalla sentenza della Cassazione n. 10505/2024.”