Pensioni, il taglio dichiarato incostituzionale: cosa accadrà adesso

Il taglio delle pensioni è stato dichiarato incostituzionale. Cosa comporterà questa decisione per i cittadini?

Il sistema di perequazione introdotto nel 2023 e nel 2024 è stato messo in discussione e dichiarato incostituzionale perché ha discriminato i pensionati con trattamenti superiori a quattro volte il minimo ossia 1.650 euro netti. Quali saranno le conseguenze per Governo e cittadini?

Giorgia Meloni
Pensioni, il taglio dichiarato incostituzionale: cosa accadrà adesso Foto Ansa (Free.it)

La perequazione pensionistica applicata negli anni 2023 e 2024 ha ridotto la rivalutazione delle pensioni medie. Lo scorso 29 gennaio 2025 la Corte costituzionale ha considerato legittimo questo sistema escogitato dal Governo Meloni per affrontare l’elevata rivalutazione legata ad un aumento eccessivo dell’inflazione in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. Il Tribunale di Trento ha poi risollevato la questione della perequazione per blocchi al posto delle fasce facendo tornare la perequazione al vaglio della Corte Costituzionale.

Ora la Corte dovrà valutare la legittimità del meccanismo usato nel 2023 e nel 2024 a fronte di nuove recriminazioni su quel sistema iniquo e penalizzante per milioni di pensionati. Il passaggio dal sistema a scaglioni a quello a blocchi ha portato ad una discriminazione e ha cancellato il principio di proporzionalità contributiva e l’importanza della storia lavorativa del pensionato nella definizione dell’assegno pensionistico.

La rivalutazione con meccanismo a blocchi è incostituzionale?

Per permettere ai Giudici di primo grado di esprimere una valutazione sul meccanismo a blocchi è necessario che prima venga espresso il parere sulla legittimità costituzionale del sistema. La perequazione a scaglioni prevede l’adeguamento proporzionale delle varie fasce di reddito pensionistico mentre quella a blocchi perde di progressività e diventa penalizzante per chi ha redditi più elevati, oltre i 1.650 euro al mese. Non si tratta, dunque, di pensioni “d’oro” ma di trattamenti del ceto medio.

martello giudice su tavolo di legno
La rivalutazione con meccanismo a blocchi è incostituzionale? (Free.it)

Un danno che per i sindacati è sia economico che morale visto che alla contribuzione non corrisponde un trattamento proporzionato e dignitoso. Si attende la decisione della Corte Costituzionale, dunque, per capire se il sistema di perequazione usato nel 2023 e nel 2024 sia compatibile o meno con i principi costituzionali. Se fosse dichiarato incostituzionale allora potrebbe essere imposta al Governo la restituzione del taglio degli assegni.

Che poi questa restituzione avverrà realmente o meno si dovrà vedere considerando le poche risorse a disposizione dello Stato. Ricordiamo che anche il differimento del pagamento del Trattamento di Fine Rapporto per i dipendenti pubblici rispetto quelli privati è stato dichiarato incostituzionale imponendo il versamento immediato del TFR ai richiedenti aventi diritto. Questa sentenza ha cambiato qualcosa? Il TFR continua ad essere erogato anche con 5 anni di attesa. Non ci sono i soldi per procedere diversamente. 

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