Esistono una serie di strumenti che permettono di accedere alla pensione anticipata con meno di 67 anni. Chi può beneficiarne?
L’età per la pensione di vecchiaia è attualmente fissata a 67 anni, ma si tratta di un requisito in continua evoluzione, visto che è legato all’aspettativa di vita. Se quest’ultima aumenta, di conseguenza si innalza anche l’età anagrafica necessaria per il pensionamento. Proprio di recente, si parla di un possibile nuovo adeguamento, che dovrebbe portare il requisito anagrafico a 67 anni e 3 mesi di età.
L’ultimo risale al 2019, quando, tramite il Decreto n. 4 del primo Governo Conte, fu modificata l’età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Alcune categorie di contribuenti, tuttavia, hanno la possibilità di anticipare l’uscita definitiva dal mondo del lavoro. In particolare, ci sono due misure che permettono di farlo con un’età contributiva maggiore: Quota 41 precoci e Ape sociale. A chi sono dirette?
Le due misure di pensionamento anticipato che andremo ad analizzare consentono il congedo prima del raggiungimento dei 67 anni di età, ma prevedono il rispetto di un requisito contributivo più elevato. In particolare, Quota 41 necessita di 41 anni di contribuzione, dei quali almeno 12 mesi prima del compimento del diciannovesimo anno di età; l’Ape sociale, invece, richiede 66 anni e 7 mesi di età e 30 anni di contributi effettivi da lavoro (a esclusione, dunque, di versamenti figurativi, da riscatto o volontari), per i disoccupati, i caregivers e gli invalidi almeno al 74%. Per i lavoratori addetti a mansioni gravose sono necessari non meno di 36 anni di contributi.
Per le lavoratrici addette a lavori usuranti, inoltre, c’è la possibilità di anticipare l’uscita di 16 mesi, a condizione che abbiano dei figli. In particolare, possono accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria (per la quale servono almeno 20 anni di contributi) godendo di uno sgravio anagrafico, a seconda del numero di figli avuti. Questo beneficio, tuttavia, non è richiedibile da tutte le madri lavoratrici ma esclusivamente dalle cd. contributive pure, ossia coloro che hanno iniziato ad accreditare versamenti previdenziali a partire dal 1° gennaio 1996.
In tal caso, invece di dover attendere 67 anni, le interessate possono smettere di lavorare:
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