Un aumento della pensione fino 600 euro, approfittane subito: come inviare la domanda

Una carriera lavorativa corta e discontinua porta ad una pensione molto bassa ma fortunatamente è possibile aumentarne l’importo oltre 600 euro.

Pochi contributi si traducono in una pensione molto bassa. Il sistema previdenziale italiano si basa tutto sulla contribuzione, più che sulla retribuzione percepita. Tante persone che vivono con poche centinaia di euro, però, non sanno che è possibile incrementare l’importo fino a 600 euro o poco più.

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Un aumento della pensione fino 600 euro, approfittane subito: come inviare la domanda (Free.it)

Iniziare a lavorare presto con un contratto a tempo indeterminato, avere una carriera lunga e continua con uno stipendio dignitoso significa poter ambire ad una pensione in grado di mantenere uno stile di vita di qualità. Un sogno per tante persone difficile da realizzare per diversi motivi. Tra la precarietà, il lavoro in nero, la cura della famiglia per le donne, molti cittadini arrivano al momento del pensionamento con pochissimi anni di contributi.

Se in aggiunta c’è una retribuzione piuttosto bassa ecco che l’assegno pensionistico sarà di poche centinaia di euro, anche meno di 500. E come si può vivere così? In Italia parliamo di una cifra insufficiente considerando il costo della vita. Si può comunque alzare grazie all’integrazione al minimo ossia all’incremento dell’importo fino a raggiungere una soglia minima prevista dalla Legge che ogni anno si rivaluta.

A chi spetta l’integrazione al minimo nel 2025

Quando l’importo della pensione è molto basso è possibile ottenere l’integrazione al minimo e superare, così, una determinata soglia. Non solo, per il 2025 è prevista anche una rivalutazione aggiuntiva del 2,2% per chi ha diritto all’integrazione al trattamento minimo. Questo strumento permette di mantenere il potere d’acquisto dei pensionati aiutando chi ha redditi limitati, insufficienti per vivere considerando l’alto costo della vita.

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A chi spetta l’integrazione al minimo nel 2025 (Free.it)

Non tutti coloro che percepiscono una cifra sotto il minimo, però, possono contare sull’integrazione. La misura è  concessa solo a chi rientra nel sistema retributivo e misto. Rimangono esclusi i contributivi puri, coloro che hanno iniziato a maturare i contributi dal 1996. La speranza è che ci sia un’inversione di tendenza a breve anche perché presto rimarrà solo il calcolo contributivo come sistema di conteggio della pensione andando a sparire chi rientra nel sistema retributivo e misto.

Ad ogni modo, nel 2025 l’integrazione al minimo permette di ricevere 603,40 euro al mese e 7.844,20 euro all’anno. Rimanendo entro il limite reddituale di 7.844,20 euro all’anno, il pensionato può fare domanda all’INPS di integrazione al trattamento minimo. Con reddito superiore a tale soglia ma inferiore al doppio della pensione minima ossia 15.688,40 euro, invece, l’integrazione sarà parziale. Se coniugato, il pensionato dovrà tener conto del reddito coniugale. Il limite è d 31.376.80 euro per avere la piena integrazione, fino a 39.221 euro per quella parziale. Con la rivalutazione extra del 2,2%, poi, l’importo del trattamento minimo arriva a 616,67 euro.

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