Il 16 giugno non è scaduto soli l’IMU per i proprietari di seconde case, immobili di lusso e terreni agricoli. Ora si rischiano sanzioni e interessi.
Le scadenze fiscali e il pagamento delle imposte sono eventi che non bisogna dimenticare. Anche un solo giorno di ritardo porterà a pagare somme più alte a causa delle sanzione e degli interessi. Perché far lievitare una cifra che è già altissima? Meglio correre ai ripari il più in fretta possibile.

Il calendario delle scadenze fiscali è sempre ricco di impegni per i contribuenti. Ogni mese ci sono scadenze da rispettare per gli interessati ed evitare di pagare sanzioni e interessi. Il 16 giugno 2025 è stato un giorno ricco di eventi essendo il termine ultimo per inviare la domanda Bonus nuovi nati 2025, per il versamento delle ritenute dei condomini sostituti d’imposta, per il versamento mensile dell’imposta sugli intrattenimento e per pagare l’IMU.
Non solo, tante le scadenze con riferimento all’IVA tra la fatturazione differita del mese precedente, la liquidazione e il versamento dell’IVA mensile e il versamento dalla rata a saldo IVA 2024. Per tanti contribuenti, poi, il 16 giugno è scaduta la seconda rata della TARI. Dato che i pagamenti e le rateizzazioni vengono stabilite in autonomia dai Comuni non tutti gli italiani hanno dovuto rispettare questa scadenza.
Cosa fare se si è saltata la rata di pagamento della TARI
La maggior parte dei Comuni italiani rateizza il pagamento della TARI scegliendo 4 rate da far pagare ai contribuenti ad aprile, a giugno e poi in autunno. In ogni caso indipendentemente da quando sia fissata la scadenza, i contribuenti devono ricordare che pagare la TARI in ritardo comporterà l’applicazione di sanzioni pari al 30% dell’importo dovuto. Accedendo al ravvedimento operoso, però, si potrà ottenere una riduzione.

Se si paga entro 14 giorni dalla scadenza la sanzione sarà dello 0,1% dell’imposta per ogni giorno di ritardo più gli interessi giornalieri. Tra i 15 e i 30 giorni di ritardo la sanzione sarà dell’1,5% più gli interessi mentre pagando entro i 90 giorni la sanzione fissa sarà dell’1,67% più interessi. Tra 90 giorni e 1 anni la percentuale salirà al 3,75% più interessi.
In caso di ritardo superiore ad un anno la sanzione del 30% si pagherà per intero. Qualora il cittadino continuasse a risultare inadempiente il Comune potrebbe far scattare le procedure di recupero del credito arrivando anche al pignoramento dei beni. Meglio evitare guai e pagare quanto dovuto prima possibile e volendo approfittare del ravvedimento operoso prima che l’Agenzia delle Entrate invii un avviso di pagamento.