Pausa caffè al lavoro, ora rischi il licenziamento

La pausa caffè al lavoro può costare molto cara, anche il licenziamento. A sostenerlo una sentenza della Cassazione.

Il datore di lavoro può licenziare il dipendente se dovesse reputare che le pause caffè sono troppo. Il lavoratore non prenderebbe nemmeno la NASPI perché il licenziamento sarebbe per giusta causa. La sentenza della Cassazione è chiara, come ogni altro abuso anche la pausa caffè può causare l’interruzione del rapporto di lavoro.

Persona bene caffè al lavoro
Pausa caffè al lavoro, ora rischi il licenziamento (Free.it)

Tra i diritti dei lavoratori c’è quello della pausa per recuperare energie fisiche e mentali. Il datore di lavoro non può pretendere un’attività continua per tutta la giornata, deve concedere dei momenti di distrazione fondamentali per il benessere del dipendente. Brevi periodi che migliorano le funzioni cerebrali e aumento il livello di produttività.

Durante questi momenti di riposto il lavoratore può bere un caffè, mangiare uno snack, fare una telefonata. Poi dovrà tornare a lavorare con proattività fino alla pausa successiva. Quanti break si possono fare? Secondo la normativa se l’orario di lavoro supera le 6 ore dovrà essere consentita una pausa di dieci minuti ma le direttive aziendali potrebbero anche essere diverse. L’importante è non esagerare né nella quantità né nella durata.

Quando scatta il licenziamento per giusta causa sul lavoro

L’abuso di pause sul lavoro può giustificare il licenziamento per giusta causa. Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza numero 27610 del 24 ottobre 2024. Specialmente se il comportamento del dipendente lede l’immagine aziendale e compromette la fiducia tra datore e lavoratore allora l’allontanamento di chi si prende troppe pause è giustificato.

Tazza di caffè e pc
Quando scatta il licenziamento per giusta causa sul lavoro (Free.it)

Il datore di lavoro è autorizzato ad assumere un investigatore privato per raccogliere prove delle eccessive pause caffè del dipendente o della prolungata assenza dai suoi obblighi per fare un break non autorizzato. La Cassazione ha comunque specificato che l’uso di agenzie investigative è legittimo solo in presenza di specifici sospetti come evidenti anomalie nelle tempistiche di svolgimento dell’attività. Se finalizzata a verificare comportamenti irregolari e fraudolenti allora l’indagine può partire ed essere usata poi in Tribunale.

Avendo le prove che il dipendente prende pause caffè troppo frequenti, in modo continuativo causando un danno economico e d’immagine all’azienda allora il datore di lavoro potrà licenziare il lavoratore per giusta causa. Se la fiducia è compromessa le conseguenze sono reali e gravi, nessuna scusante o giustificazione per chi invece di lavorare perde tempo eccessivo davanti alla macchinetta del caffè.

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