La Legge 104 concede i permessi di tre giorni al mese retribuiti per assistere il familiare con disabilità. Andare in vacanza non è ammesso a meno che…
L’assistenza ad un familiare con disabilità grave non è semplice. Il caregiver deve gestire la vita personale con l’attività lavorativa e in tutto questo prendersi cura di una persona cara con una patologia tale da aver peggiorato drasticamente la qualità della vita. La Legge 104 nasce proprio per sollevare un po’ del peso che grava sulle spalle del caregiver.

Sul lavoro ci sono diverse agevolazioni concesse dalla Legge 104 che semplificano la vita al caregiver. La possibilità di chiedere il trasferimento presso la sede aziendale più vicina alla residenza del familiare disabile, ad esempio, o di rifiutare il turno di notte sempre che il datore di lavoro possa trovare un’altra soluzione. Essenziali, poi, il congedo straordinario retribuito di 24 mesi e i permessi retribuiti di tre giorni al mese.
Nel primo caso il dipendente potrà assentarsi dal posto di lavoro a lungo, in modo continuativo o alternato nel tempo, a condizione che conviva con il disabile. I permessi, invece, non richiedono la convivenza ma hanno altre limitazioni. La misura massima è di tre giorni e durante l’assenza dal posto di lavoro bisogna prendersi cura del familiare con disabilità.
Permessi 104 e giorni di vacanza, cosa sapere per non sbagliare
Sfruttare i permessi 104 per prendersi tre giorni in più di ferie non è possibile. Chi utilizza in modo inappropriato la misura rischia il licenziamento. L’assistenza al familiare disabile è imprescindibile e dovrà essere svolta durante tutta la giornata di permesso. Certo è concesso al caregiver prendersi delle pause ma dovranno essere brevi, mezz’ora al massimo.

Significa che non sono concesse gite fuori porta a meno che non sia per l’interesse del familiare con disabilità. Nello specifico una sentenza della Cassazione ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un dipendente che aveva portato al mare la moglie che soffriva d’asma durante parte della giornata dei permessi 104 e svolto altre attività personali (portare il cane dal veterinario).
Avendo appurato che l’aria di mare fa bene ai soggetti asmatici e che il tempo trascorso dal veterinario è stato minimo e comunque, appartenendo l’animale anche al disabile, sempre all’interno del concetto di cura del familiare l’evento si poteva inserire, la Cassazione ha predisposto il reintegro del dipendente sul posto di lavoro. Dove è appurabile il rapporto tra assenza dal posto di lavoro e assistenza familiare allora l’uso dei permessi dovrà essere considerato legittimo. Lo svago è concesso ma se fa bene ed è necessario per il disabile.