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Attualità

Guerra Israele, perché l’allarme dell’intelligence egiziana non è stato ascoltato da Tel Aviv

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Alessandro Artuso

L’allarme della guerra fra Hamas e Israele sarebbe stata lanciata da fonti d’intelligence egiziana: la posizione di Netanyahu è stata inequivocabile. Non poteva mai immaginare un attacco di questa portata. 

Il cosiddetto Diluvio al Aqsa, nello specifico l’attacco di Hamas contro Israele, non è stata una cosa inaspettata, anzi. Fonti dell’Egitto avrebbero inviato un messaggio al governo di Gerusalemme. “Qualcosa di grosso sta per accadere“.

Guerra Hamas contro Israele, esercito in azione nella Striscia di Gaza (ANSA)

A ribadirlo è stato Abbas Kamal, capo dell’intelligence egiziana, che avrebbe telefonato direttamente a Benjamin Netanyahu per evidenziarne l’urgenza. Secondo una ricostruzione, invece, il primo ministro israeliano era convinto che Hamas avesse dato vita ad uno dei “soliti attacchi“, mai però pensando ad una cosa del genere.

Le ipotesi

A questa versione si sarebbe susseguita una vera e propria declassazione della segnalazione. Non c’è stata una visione e indicazione tattica precisa, semmai un racconto tutto da decifrare. Sta di fatto che, però, Hamas ha attaccato e a distanza di giorni si pensa a come si sarebbe potuto evitare tutto questo.

Fonti ben informate ribadiscono che l’Egitto conosce benissimo Gaza e può disporre di informatori anche all’interno della dirigenza locale dei miliziani. Al centro ci sarebbero legami con i servizi segreti e il ruolo strategico di alcuni mediatori, da qui il famoso Omar Suleiman che ebbe modo di gestire delicati dossier: l’uomo morì nel 2012.

Corpi di alcuni civili palestinesi uccisi durante il conflitto fra Hamas e Israele (ANSA)

E oggi il ruolo di numero dell’intelligence spetta ad Abbas Kamal, definito dagli esperti come un diplomatico con tratti da perfetto e attento guardiano. Gli egiziani si sarebbero accorti dei preparativi, messi in atto da al Qassam e dalla Brigata Ezzedine, da qui l’allarme lanciato ad Israele.

Non erano però sufficienti la preparazione dei guerriglieri, i movimenti poco usuali, nonché i video di propaganda delle unità speciali dal mare al cielo. Probabilmente ad informare Kamal sarebbe stata una fonte vicina ai vertici di Hamas. Si tratta di informazioni frammentarie, specialmente visto che fonti militari ribadiscono che erano in pochissimi (4-5) a sapere dell’attacco, incluso la mente Mohammed Deif.

Abbas Kamal avrebbe quindi telefonato a Netanyahu sottolineando l’urgenza, probabilmente dall’altro lato non avrebbero compreso come Hamas fosse realmente intenzionato ad aprire il fuoco contro Israele.

Le ipotesi

Ma la questione va oltre e potrebbero così emergere più di qualche dubbio. In primis l’attendibilità sulla presunta segretezza assoluta, a seguire invece l’idea che soltanto una piccola cerchia fosse al corrente dell’operazione.

Senza dimenticare che gli egiziani erano a conoscenza di alcuni aspetti, non però di quelli che hanno dato il via ufficiale alla guerra: avevano parlato di “qualcosa di grande“, non andando però oltre. L’allarme era stato lanciato, ma Israele non avrebbe colto i segni di qualcosa di più grande che sarebbe accaduto di lì a poco.

Israele, due italiani dispersi: Tajani, forse probabili ostaggi di Hamas (ANSA)

Ora però ci sono tanti dubbi, specialmente visto il cambio di obiettivi da parte dell’Egitto. Ostaggi da un lato, condanna di Israele, nel mezzo il dramma di un intero popolo e il rischio di migliaia di profughi diretti verso Rafah. E proprio dal Cairo è giunta la richiesta di una pausa dagli scontri (per sei ore), così da permettere l’arrivo degli aiuti umanitari.

Intanto Israele ha un governo di emergenza nazionale: questo è quanto deciso dopo l’accordo raggiunto fra il premier Netanyahu e Benny Gantz, uno dei leader dell’opposizione. Intanto l’unica centrale elettrica di Gaza è rimasta senza carburante. A renderlo noto è l’Autorità per l’energia della Striscia di Gaza che, di fatto, è rimasta quasi completamente al buio.

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