Cannabis light, Tar Lazio si oppone al Governo: perché i prodotti a base di Cbd tornano in commercio

Il Governo Meloni ricevere lo stop per un decreto che equiparava prodotto di Cbd alle sostanze stupefacenti. Di cosa si tratta e quali sono i motivi annunciati dal Tar del Lazio. 

La sospensione del decreto varrà fino al prossimo 24 ottobre e riguarda la parte dei medicinali presenti nel testo unico delle leggi in materia di droga e sostanze psicotrope. Si tratta nello specifico dell’inserimento di composti per uso orale a base di “cannabidiolo estratti dalla cannabis“.

Cannabis light
Cannabis light, Tar Lazio sospende decreto Meloni: quali sono le conseguenze (Immagine Rete)

Il Tar del Lazio ha quindi bloccato il decreto, in vigore dallo scorso 22 settembre, che metteva sullo stesso pieno i prodotti a base di Cbd (cannabidiolo) per uso orale alle sostanze stupefacenti.

La vicenda

Il decreto ha anche stabilito che la vendita degli stessi era vietata e che i prodotti potevano essere acquistati soltanto in farmacia e dietro presentazione di una ricetta. Con questo decreto, invece, la loro vendita era diventata illegale, da qui i sequestri delle forze dell’ordine nei vari punti vendita.

Cannabis
Decreto del Governo Meloni bocciato, cosa cambia al momento per prodotti a base di Cbd (Immagine Rete)

Ora c’è invece il colpo di scena con il Tar che ha accolto la richiesta di sospensione urgente, presentata dall’associazione Imprenditori di Canapa Italia (Ici). L’Ici ha sostenuto che non sarebbero giunti pareri scientifici – vedi quello del Consiglio Superiore di Sanità – tali da stabilire che si tratti effettivamente di sostanze stupefacenti.

In attesa di stabilire se si tratti di prodotti equiparati alla droga ne ha così invece stabilito la sospensione. Al momento, quindi, i prodotti possono tornare in vendita e non si potrà procedere con i sequestri. Ciò è diretta conseguenza dei danni arrecati in seguito allo stop delle vendite e al sequestro della merce.

La soddisfazione dell’associazione Imprenditori di Canapa Italia

Da parte dell’Ici c’è intanto grande soddisfazione. “Si tratta del miglior risultato che potevamo ottenere, ora aspettiamo la conferma della Camera di consiglio il 24 ottobre. In queste settimane abbiamo subito diversi sequestri e le conseguenze di una situazione assurda, perché era vietata la detenzione ma anche lo smaltimento. Quindi eravamo bloccati un un limbo legislativo. Per prodotti che in realtà sono privi di efficacia drogante“, ha commentato Raffaele Desiante, presidente dell’associazione Ici.

Già da diverse settimane era stato annunciato il ricorso che contestava l’inclusione del cannabidiolo nella tabella dei medicinali (Sezione B) del DPR 309/90 per la somministrazione orale.

Proprio il ricorso si basava sull’esclusione che il Cbd potesse essere equiparato ad uno stupefacente, anche in seguito alle scelte assunte direttamente dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Bloccato quindi il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 agosto, firmato dal ministro della Salute Orazio Schillaci. Il responsabile del dicastero aveva sbloccato un atto del predecessore Roberto Speranza, messo in stand-by e in attesa di nuovi accertamenti scientifici, ora invece la novità che cambia tutte le carte in tavola.

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