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Cronaca

Bruno Modenese, paziente psichiatrico morto in ospedale: spunta un terzo indagato. E’ un medico

Published by
Maria Teresa Bianco

Bruno Modenese è morto nel reparto psichiatrico dell’ospedale Civile di Venezia. Per il decesso del paziente è stata aperta un’inchiesta: due infermieri indagati. Ora spunta anche un terzo nome: è un medico

Nell’inchiesta sulla morte del paziente psichiatrico di 45 anni Bruno Modenese c’è un terzo indagato, oltre a due infermieri già indagati. Bruno è deceduto all’ospedale Civile di Venezia martedì 19 settembre. Secondo la famiglia del paziente, l’uomo è stato massacrato di botte.

Bruno, morto nel reparto psichiatria. C’è un terzo indagato, è un medico (ansa) free.it

Al momento del decesso presentava fratture sul volto. Nel registro degli indagati i nomi segnalati sono quelli di due infermieri di 29 e 45 anni. Oggi spunta un terzo indagato. Secondo i quotidiani locali si tratta dello psichiatra in servizio quella sera, un medico di 59 anni.

Medico indagato per la morte di Bruno, paziente psichiatrico di 45 anni

L’ipotesi di reato per il terzo indagato è di omicidio preterintenzionale causato da lesioni in un tentativo di contenimento da parte del medico mentre stava cercava di iniettare al paziente in cura, Bruno Modenese, un sedativo. Ora spetterà al medico legale incaricato dal sostituto procuratore di Venezia di effettuare l‘autopsia.

Bruno Modenese, morte ospedale Venezia. Indagato anche un medico di 59 anni – free.it

Secondo il racconto fornito dai familiari della vittima, Bruno fa il suo ingresso presso il pronto soccorso dell’ospedale Civile veneziano da solo ma, per cause ancora da accertare, tre giorni dopo muore. L’ipotesi investigativa è che l’uomo fosse stato picchiato all’interno del Pronto Soccorso da due persone, infermieri in servizio in quel momento.

I due indagati sono: un 29enne di nazionalità albanese e un 45enne italiano, originario di Napoli, i quali, come riporta il Gazzettino, “sono stati convocati in procura questa mattina per presenziare all’affidamento dell’incarico per l’autopsia alla dottoressa Bonvicini e al dottor Bissolotto”. Ai due si aggiunge ora anche un terzo indagato: è un medico.

Cosa è successo

E’ il 16 settembre quando Bruno decide di sua spontanea volontà di recarsi in ospedale. Aveva detto alla famiglia che si sentiva confuso, così insieme avevano pensato che sarebbe stato meglio se si fosse recato al pronto soccorso. Quella sera l’uomo era andato a mangiare una pizza con i genitori ma dopo cena si era sentito male ed stata chiamata un’ambulanza.

Il 45enne è salito di sua spontanea volontà sull’ambulanza ed è arrivato al pronto soccorso accompagnato dai carabinieri “perché risultava in uno stato di alterazione e di aggressività”. I genitori non vedranno più il figlio in vita. Al padre di Bruno, recatosi in ospedale il giorno seguente, fu detto che il figlio era in terapia intensiva, sedato poiché agitato e perché “respirava male”, ma che tutto era pienamente sotto controllo.

Successivamente in una telefonata ai familiari fu comunicato che Bruno era in coma, a seguito di un arresto cardio-circolatorio. La sera del 19 settembre la notizia della morte. Dopo il dramma sono gli stessi genitori del 45enne a chiedere l’apertura di un’inchiesta attraverso un esposto in cui viene avanzata la richiesta di maggiore chiarezza sulle ultime ore in vita di Bruno. Gli avvocati della famiglia Modenese hanno dichiarato, come riporta anche Leggo: “Il paziente (ndr) presentava una ingiustificata rottura del setto nasale, visibili segni di ecchimosi al volto, la frattura dello zigomo sinistro, con la presenza, a seguito di Tac e Agiotac, di emorragia cerebrale”. Nel frattempo l’Ulss 3 annuncia che “collaborerà a tutte le vicende” e replica rendendo noto di aver costituito una commissione interna a tale scopo.

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