Tragedia Frecce Tricolori a Torino, la probabile causa dell’incidente è il Bird Strike. Di cosa si tratta

Nella tragedia avvenuta a Torino delle Frecce Tricolori in cui ha perso la vita una bimba di 5 anni, la probabile causa dell’incidente aereo è dipeso dal Bird Strike: l’impatto con i volatili. Ecco come si verifica

Secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, Oscar Del Dò, pilota alla guida dell’Aermacchi Mb-339, il jet delle Frecce Tricolori il 16 settembre e che si è schiantato al suolo provocando la morte di una bambina di 5 anni, “Ha fatto tutto il possibile e purtroppo non è bastato”.

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tragedia frecce tricolori: la probabile causa dell’incidente è il bird strike. Cos’è

Sulla tragedia, riporta durante un’intervista ieri al Tg1, il ministro ha ribadito: “C’è un’inchiesta, per cui bisogna aspettare ma la cosa più verosimile, seppur è ancora un’ipotesi, è che l’incidente aereo sia scaturito da due volatili che sono entrati nel motore, e il motore ha preso fuoco. In fase di decollo è impossibile tenere un aereo”.

Il fenomeno in questione si chiama Bird strike e, come specificato in un rapporto Enac – Ente nazionale per l’aviazione civile –  proprio sul Bird strike nel 2022 si sono verificati 17 impatti tra aerei e uccelli, nell’aeroporto torinese, in aumento rispetto al 2020-2021.

Bird Strike: la probabile causa dell’incidente delle Frecce Tricolori a Torino

Secondo un rapporto dell’Enac, nel 2022 in tutta Italia i casi di Bird Strike segnalati sono 2.055. Ed è proprio questo fenomeno che è stato indicato come una delle due possibili cause della tragedia avvenuta a Torino sabato scorso alle 16:20 quando il pilota Oscar Del Dò si trovava sul velivolo delle Frecce Tricolori e in decollo da dieci secondi sul canopy ha visto delle macchie nere.

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Tragedia Frecce tricolori: cos’è il Bird Strike che forse ha provocato l’incidente aereo a Torino (ansa9 free.it

Secondo quanto riportato anche da Il Corriere della Sera il tettuccio del jet forse mostrava proprio le sagome degli uccelli. Poco dopo il reattore ha dato segni di malfunzionamento. Il pilota ha immediatamente avvertito via radio della situazione: “Calo di potenza”. Le altre Frecce si sono spostate per evitare una collisione. Del Dò ha puntato il velivolo verso una zona disabitata.

Secondo gli esperti un atterraggio sarebbe stato impraticabile. I rottami infuocati dell’aereo hanno centrato la macchina della famiglia Orgliasso all’interno della quale c’era la piccola Laura di 5 anni, morta carbonizzata. La sua famiglia, madre, padre e fratello maggiore, sono ricoverati con un ustioni. Intanto il pilota è indagato.

Aereo colpito forse da uno stormo di uccelli

La fiamme del cono del motore dell’Aermacchi si è spenta subito dopo il decollo. Si chiama in gergo Flameout  e molto probabilmente è quello che è accaduto al velivo: colpito da uno stormo di uccelli. È probabile, secondo quanto riporta La Stampa, che gli uccelli siano finiti nelle alette della turbina estinguendo la fiamma che dava la spinta all’aereo.

A quel punto il motore non sentendo l’aria non riceve il carburante così cessa di funzionare. Quel pomeriggio di sabato 16 settembre, alcuni comandanti avevano segnalato volatili sulla pista 36 dell’aeroporto di Caselle. Ora i magistrati dovranno fare luce anche sulla società di gestione dell’aeroporto e capire se sia stato attivato il “Servizio di agibilità aeroportuale” che svolge il ruolo di Bird Control Unit.

Secondo  la circolare dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), come riporta Open: “è il gestore aeroportuale che deve predisporre il piano di prevenzione e controllo del rischio per prevenire o minimizzare il rischio di wildlife strike, ovvero di impatto con gli animali”.

Le immagini del video

Al Quotidiano Nazionale, il generale Urbano Floreani ed ex pilota delle Frecce Tricolori spiega che nel 2002 ha vissuto un episodio analogo a quello avvenuto lo scorso sabato. L’ex pilota racconta: “Ero in volo con la prima sezione: il pilota numero nove ha avuto lo stesso tipo di incidente. Il suo motore si è spento, e non ha potuto far altro che eiettarsi. Purtroppo in queste situazioni, decollo o atterraggio, la quota è bassa e la velocità anche”.

Poi il generale Floreani continua dicendo: “se si guarda il filmato da quando c’è stato il calo di spinta, il pilota ha compiuto la sua azione di emergenza e poi ha solo pensato a puntare il muso dell’aereo verso una zona disabitata. E così ha fatto, se si vede anche il percorso dall’alto e poi ha iniziato la sua procedura di eiezione. Purtroppo è successo quello che non sarebbe dovuto accadere. Ma lui ha fatto tutto il possibile”.

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