Renzi duro con Meloni: la stretta di mano a Orban apre lo scontro

Renzi prende ancora le distanze da Giorgia Meloni: attacco durissimo alla Premier. Italia Viva fa muro sulla redistribuzione migranti.

Matteo Renzi “striglia” Giorgia Meloni e lo fa dal palco di Santa Severa: dimostrazione ulteriore per convincere i detrattori di IV che l’ex Sindaco di Firenze non sia la “stampella di Governo” come avevano insinuato a più riprese nei mesi scorsi. La stoccata è arrivata al termine dell’incontro della Premier con Orban: il punto è la redistribuzione dei migranti, Renzi incalza su questo aspetto e dimostra – una volta di più – come Italia Viva (che correrà da sola alle Europee) voglia un cambio repentino fra prima e dopo.

Renzi elezioni
Renzi contro Giorgia Meloni (ANSA)

Nel senso che situazioni come quelle di Lampedusa devono essere arginate in altra maniera, non attraverso blocchi navali o altro tipo di espedienti. Poi l’altra questione legata alla gestione dei voti in funzione delle Europee. Il fatto che la Premier abbia scelto – secondo Renzi – di stare con il piede in due staffe è indicativo: “Il lunedì sta con l’Europa, il mercoledì va a pranzo con Orban.

Renzi attacca Meloni: “Non può strizzare l’occhio a Orban”

Chi è con l’Ungheria è contro l’Italia” ha concluso. I toni, dunque, sembrano essere piuttosto alti. Calenda nel frattempo ha pungolato Salvini, sempre per le dichiarazioni anti-europeiste prima, dopo e durante Pontida. La distanza fra Azione e Italia Viva è tangibile dopo la rottura ufficiale di alcuni mesi fa. Il Terzo Polo è un’utopia, Renzi ora guarda al grande centro, ma sempre tenendo le distanze da Meloni.

Renzi Calenda
Niente Terzo Polo, ma compatti contro Orban (ANSA)

“Si lavora – ha sottolineato – ma bisogna sempre sapere chi siamo. Giorgia Meloni dice che vuole difendere Dio, ma Dio lo sa questo?” ha scherzato in conclusione. Battute che non fanno ridere la maggioranza, incassa il colpo e tira dritto. Fratelli D’Italia vacilla nei sondaggi, ma il coltello dalla parte del manico lo hanno ancora loro. Non si sa per quanto, ma ci vuole ben altro per mettere in crisi una maggioranza così larga.

Questioni che non possono essere messe in discussione con un’invettiva, più punti di vista insieme già creerebbero una frattura, ma per questo servirebbe anche Azione. Oltre all’opera di concerto della Schlein. Attualmente non c’è questa unità d’intenti, ma la Meloni vuole evitare sorprese. Le Europee sono più vicine di quanto si creda, ma fare centro può avere un’accezione diversa a seconda di visioni e prospettive. Quelle sì potrebbero rimettere tutto in discussione.

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